LIBERAMENTELIBRANDO Pi' rrite, pi' pplagne | Page 13

Gabriele Falco Pi’ rrite, pi’ pplagne Edizioni Cinque Terre NOTE DI FONETICA Suono velare di C: la C ha suono velare davanti a vocali come A, O, U oppure davanti a consonanti come L, R. Es.: CASA, COSA, CULLA, CLORO, CRUDO. Quando essa è seguita da vocali come E, I e conserva tale suono, viene indicata con ”K”. Es.: KERUBINO, KITARRA. Suono palatale di C: il suono palatale di C è ottenuto o facendo seguire a essa le vocali E, I o, in taluni casi, ponendo sopra di essa il segno “v”. Es.: CERA, CIBO; dial.: Č’ARRÌVE (pron.: CIARRIVƎ). Suono palatale di S: anche quando è posto sopra la S il segno “v” sta ad indicare suono palatale (che in questo caso è di tipo fricativo; in quanto l’aria, passando tra la parte anteriore della lingua e il palato, produce una frizione). Tuttavia la pronuncia di S ha due realizzazioni, a seconda che tale consonante sia impura o semplice. Nel caso di S impura, seguita però solo da T (= ŠT), la pronuncia è la stessa di SCENA. Es.: ŠTALLE (pron.: SCTALLƎ). Quando, invece, troviamo la sola S sormontata dal segno “v” (=Š), si ha una pronuncia più debole rispetto a SC di SCENA. La dizione, insomma, è quella delle parole abruzzesi CACIO, BUCO, BUGIA (= CAŠE, BBUŠE, BBUŠIJE). Per meglio rendersi conto della differenza esistente tra SC di SCENA e Š di CAŠE, si confrontino le parole abruzzesi CASSA e CACIO. Nel primo caso si ha “CASCE”, con il suono palatale di SC ben marcato; nel secondo, invece, si ha “CAŠE”, con il suono Š inequivocabilmente lenito. 12