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Gabriele Falco Liggìjë Edizioni Cinque Terre Suono sordo di Z Tale consonante ha suono sordo o aspro quando è scritta nel seguente modo: z. Es.: zio, zoppo, razza (pron.: tsìo, tsoppo, ràttsa). Suono sonoro di Z: Quando detta consonante viene indicata come segue: ź, allora la sua pronuncia è sonora o dolce. Es.: źaino, źero, raźźo (pron.: dśàino, dśèro, ràddśo)1 Le vocali àtone di fine parola o nel mezzo della stessa, si pronunciano come vocale centrale indistinta o semiaperta. Cfr. il napoletano mesë, russë, krirë (ital.: mese, rosso, credi). Una pronuncia pressappoco simile alla vocale àtona indistinta si può riscontrare in alcune parole francesi come homme, monde (pr.: omm, mònd). La semiconsonante o semivocale j è l’esito, comune ai dialetti dell’Italia centro-meridionale, dei nessi latini l + i, d + i, c + l (FAMILIA = famìjë; HODIE = wujë; ECCLESIA = cchjisë). Essa ricorre anche in presenza di parole che in italiano hanno il dittongo ie e io in posizione tonica o àtona, immediatamente dopo una consonante occlusiva velare (bicchiere = bbicchjirë;2 chiacchiere = chjàcchjërë. Ma da “cantiere” si ha: “candìrë”); ricorre al posto della “ˇ” nella desinenza dell’imperfetto indicativo, 1ª , 2ª, 3ª pers. sing. e 3ª persona plurale (cantavo, cantavi, cantava, cantavano = candèjë, candìjë, 1 La s sormontata dal segno ´ (= ś ), ha un suono sonoro o dolce come in “desdèmona”. 2 Questa parola, a dire il vero, è pronunciata ancora dalla gente anziana con il solo suono della i ( = bbicchìrë). Qui è stata registrata la nuova tendenza che la sua pronunzia va sempre più manifestando. 14