Gabriele Falco
Liggìjë
Edizioni Cinque Terre
Tali domande, purtroppo, non hanno avuto ancora
risposta; né penso che ne avranno in futuro. Tuttavia oggi,
a differenza di ieri, sono riuscito se non a superare, almeno
a ignorare tali dubbi, decidendo, così, per la pubblicazione
di quelle che ho voluto chiamare “Elegìe”. E ciò non per
presunzione, bensì per il fatto che i presenti brevi
componimenti possono essere così definiti per lo stile
umile e dimesso e per temi e ambientazioni, intrisi di una
certa malinconia e di un più o meno esplicito amore o
vagheggiamento della semplice vita campestre.
Ho fatto bene un tempo a non pubblicare le mie
“Liggìje”
oppure
ho
deciso
per
il
peggio
ora,
pubblicandole?... Non lo so. Quello che posso dire, però, è
che mi è parso giusto dare una prova (felice o infelice che
sia) di come anche il dialetto possa essere impiegato per
esprimere sentimenti, sensazioni ed atmosfere troppo
spesso considerati esclusivi delle sole lingue scritte e dei
loro “mostri sacri”.
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