Gabriele Falco
Liggìjë
Edizioni Cinque Terre
PREFAZIONE
Si possono riprodurre in dialetto (e nella fattispecie
nel dialetto abruzzese così come esso viene realizzato in
una fascia di territorio compresa, suppergiù, nella zona
interna
della
provincia
di
Pescara)
i
generi,
i
componimenti, le emozioni, il mondo di una poesia che,
come quella latina, è pervenuta al massimo grado di
raffinatezza ed eleganza espressiva? Si può tentare di
riprodurre
le atmosfere, il pathos, la delicatezza, la
sensibilità di poeti come Virgilio, Tibullo, Properzio
(passando, magari, anche attraverso un Leopardi), in un
idioma del quale ci si serve essenzialmente per la mera
comunicazione quotidiana che, come tale, non abbisogna
certamente di chissà quale erudizione?
Queste erano le domande le quali, poco più di vent’anni
fa, mi ponevo con un certo scetticismo che mi trattenne
dal dare alle stampe i seguenti versi.
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