Gabriele Falco
Le bertoniane
Edizioni Cinque Terre
casa più brava di te. Così alla fine si deciderà a sposàrtisi,
quella bestia che non è altro! Che sta aspettando a
mandare li ’mmasciatori17 nella casa tua?... Se fossi io al
posto suo mi ti ruberei, altro che! Una ragazza così bella e
brava quando la trova più? Ah!, questi giovani d’oggi...
Sono come gli uccelli che non conoscono il grano,
sono!>>
Poi, senza tenere in nessun conto le proteste della
ragazza, che era arrossita come un peperone dalla
vergogna, perché non c’era una persona sola, lì, che non
avesse udito quelle parole e che non sapesse come lei ci
morisse, per quel cristiano, Silenzio aveva tagliato corto:
<< Dài, dài, versa; che mò mi brucio!>>
Dopo essersi lavato ben bene, facendosi inondare da
quella frescura dalla testa al torso ed emettendo degli
<> di piacere, si era asciugato energicamente
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In passato nell’Area Vestina, e nell’Abruzzo in generale, in
occasione di un evento come quello delle nozze, si seguiva un
complesso cerimoniale che prevedeva l’intervento dei cosiddetti
’mmasciature (=ambasciatori). In pratica, quando due giovani si
dovevano sposare avveniva quanto segue: il primo fratello, o la prima
sorella (e se questa era sposata suo marito) del padre dello sposo,
andava a casa della sposa con almeno due settimane di anticipo, per
decidere la data del giuramento (prima dal prete e poi in Comune).
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