Un simile modo di intendere la politica, sia da chi viene
eletto sia da chi elegge, si traduce in una visione sconciamente
deformata dello Stato; l’esistenza del quale, addirittura, non
solo non viene avvertita dalle classi più umili, ma viene di fatto
negata dai suoi rappresentanti locali che, sostituendosi a esso,
lo trasformano (ritagliandosi al suo interno un vero e proprio
feudo) in un ente assistenziale; agendo in modo tale che i sacrosanti diritti del cittadino vengano intesi come favori e munifiche concessioni. Per questo motivo non meraviglia il fatto che
ottenere il “posto fisso”, il quale garantisce tranquillità e stabilità (si riceve la paga sia che piova sia che nevichi), appare agli
occhi di molti l’unico modo per sistemarsi.
Ma acchiappare un tanto agognato terno al lotto può
risultare possibile o impossibile a seconda del grado di deferenza e subordinazione che l’aspirante dimostra nei confronti del
signore del luogo e delle regole da lui imposte.
N. B. - Di alcuni vocaboli e idiotismi viene fornita la spiegazione nelle note poste a piè di pagina, mentre per il lessico,
la morfologia e la sintassi non sempre rispettosi della lingua
italiana, è bene chiarire che tale scelta si è resa necessaria per
poter riprodurre il più fedelmente possibile il pensiero e quindi il linguaggio dei personaggi; molti dei quali non hanno
certo una cultura adeguata o sono completamente analfabeti.
A tal proposito, si noti come venga sostituito o trattato il
pronome relativo (specialmente nei casi obliqui); o come non
si faccia distinzione tra il pronome personale soggetto EGLI
e il pronome complemento oggetto LUI; o come il pronome
personale femminile LE venga sistematicamente sostituito dal
maschile GLI (perché quest’ultimo, nei dialetti dell’Italia centromeridionale, viene usato indifferentemente sia per riferirsi
a un uomo sia per riferirsi a una donna).
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