la stella verde climate fiction - guerre del cambiamento climatico | Page 32
Prese la parola il co lonnello dell’aviazione militare imbarcata e
disse che in effetti i loro Su33 erano impiegat i al 50% della loro
capacità con minore armamenti e con minor carburante rispetto alle
potenzialità dell’aereo. Questo perché il velivo lo doveva decollare
da solo senza alcun ausilio di catapulte. Poi sottolineò il fatto che
per annichilire un battlegroup moderno, sarebbero stati necessari
un numero esorbitante di missili ant inave a testata convenzionale.
Un numero molto alto di missili da crociera, questo perché il
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battlegroup nemico sarebbe stato dispiegato su una grande
superficie in kmq ed avrebbe avuto molte navi nemiche. Per colpire
tali obiettivi, sarebbe stato necessario saturare tutte le difese
nemiche. In sostanza, sarebbe stato necessario sparare più missili a
testata convenzionale di quanti i gengiskani ne avrebbero potuti
disporre nelle supercarrier gengiskane. In ogni caso, nella migliore
delle ipotesi, un attacco aereo e missilistico massiccio di t ipo
convenzionale, contro un folto battlegroup nemico, avrebbe colpito
solo i destroyer più esterni, in scorta al convoglio. Avrebbe lasciato
prive di danni i mezzi più perico losi come i lanciamissili dei
Tomahawk oppure le supercarrier ed avrebbe consumato preziosi
Su33, perdendo il potere aereo per fermare un contro-attacco
nemico.
Prese la parola il co lonnello dell’aereonautica e disse che anche
lui riteneva che per annichilire in un modo efficace ed efficiente un
battlegroup ostile, c’era da applicare la strategia SEA DE NIAL con
impiego di missili balistici. Usare piattaforme di superficie oppure
sottomarini, a suo parere sarebbe dipeso dalle risorse disponibili
spese precedentemente negli investimenti e dal contesto tattico
delle aree di lancio.
Intervenne s ia il co lonnello del dominio cyber quanto quello
della rete satellitare e del celeste mantello ABM: tutti sottolinearono
il fatto che per funzionare la difesa di prima fascia contro i missili
balistici zarini, la difesa doveva appoggiarsi prevalentemente sui
sottomarini Submerged Launched Anti Ballistic Missiles.