La Pesca Mosca e Spinning April-May 2020 | Page 19

S e i livelli del fiume sono ottimali (ossia con piogge che a inizio primavera abbiano rivita- lizzato le acque dopo il lungo periodo inverna- le, contrassegnato generalmente da livelli me- dio-bassi), già a metà aprile iniziano a risalire il Taro, dal mare, le argentee cheppie, riem- pendolo di luccichii ma anche di fragorose cacciate alla minutaglia presente, costituita per lo più da al- borelle e cavedanelli. Lo sanno bene i pescatori a mosca, ma anche i lanciatori padani come me, che non perdono la ghiotta occasione di insidiarle con gli ondulantini (di solito tra i 2,5 e i 7-8 g), a volte appesantendo la lenza con piombi intercambiabili a seconda della forza della corrente e della profondità della buca, a volte senza nessun peso sul filo. Il Taro è un affluente di destra del Po che, con un tragitto di 126 km, interessa principalmente la provincia di Parma, anche se una piccola porzione del suo bacino idrografico appartiene alle province di Genova e La Spezia. Nasce dal- l’Appennino ligure poco sopra a Santa Maria del Taro alle pendici del monte Penna e nel suo corso riceve le acque di diversi affluenti. La zona ideale per la pesca delle cheppie, a mio avviso, è quella di località come Viarolo, Trecasali, San Secondo Parmense (da cui provengono le foto a corre- do di questo testo) e Sissa. Da un punto di vista idrologi- co, il fiume ha una portata media abbastanza copiosa pur avendo un regime alquanto torrentizio, subendo variazio- ni rilevanti a seconda della stagione; in estate ad esempio, proprio nel suo basso corso, risulta spesso in secca per 2/2020 • MOSCA e SPINNING • 33