LA LOTTA DI GIACOBBE la-lotta-di-giacobbe | Page 15

IL LINGUAGGIO PERSONALE DELL'ARTISTA Ci sono artisti dilettanti o professionisti, ignorati o di successo, esordienti o maturi, ingenui o esperti, viventi e del passato (categoria quest’ultima non marginale dal punto di vista di quelli viventi: i morti non hanno bisogno di sostegno...). Tutti loro condividono un’elevata sensibilità e una sorta di urgenza creativa, quasi fisiologica, tanto vigorosa da distoglierli eventualmente dalle più ragionevoli precauzioni economiche, sociali, etiche, emotive, psicologiche. L’incontenibile pulsione a sondare e a rappresentare i nuovi orizzonti della coscienza umana spesso li incanala su percorsi esistenziali travagliati, interiori ed esteriori, fino talora alle estreme conseguenze. L’analogia con la lotta di Giacobbe è assolutamente calzante. Il percorso di una artista, breve o lungo che sia, è scandito dalla sua produzione, in alcuni casi copiosa, in altri esigua, ma sempre incisiva in qualche modo nel costante processo di innovazione della vita personale, di relazione o collettiva. L’opera d’arte infine trascende il limitato periodo biografico dell’autore e continua autonomamente a sorprendere, stimolare e orientare le future generazioni anche per secoli o millenni. L’arco produttivo di un artista, comunque, inizia sempre con l’apprendistato. Qualunque siano le circostanze (magari scolastiche, o per l’incontro diretto con un maestro, o per tradizione famigliare, o indipendenti), la natura di questo apprendistato è fondamentalmente autodidattica, perché lo spirito creativo tende fin dall’inizio all’autonomia, all’emancipa- zione da modelli prefissati, alla ricognizione di regioni inesplorate. I primi passi, d’altra parte, non possono sottrar