LA CIVETTA May 2019 | Page 51

L’INTRADUCIBILITÀ DELLA LINGUA:

Parole e modi di dire

Abbiocco

Stato di irresistibile sonnolenza a seguito di un pasto abbondante, generalmente accompagnato da vino.

La parola abbiocco è un derivato a suffisso zero del verbo abbioccare, abbioccarsi, termine di italiano regionale diffusosi prevalentemente in area centrale, nel Lazio e nelle Marche. Letteralmente, abbioccarsi significa “diventare chioccia, covare le uova” (da biocca, che in dialetto laziale vuol dire, appunto, “chioccia”) e quindi “rannicchiarsi, accoccolarsi”, termine attestato anche nei romanzi di Pier Paolo Pasolini. Inizialmente, dunque, abbioccarsi, così come il suo derivato aggettivale abbioccato, si riferiva all’essere accovacciati; solo in un secondo momento, a partire dalla metà del ventesimo secolo per essere esatti, questo termine ha iniziato a essere adoperato secondo l’accezione moderna, estendendosi quindi al concetto di torpore. Solitamente, si usa la parola abbiocco quando ci si trova in quella condizione di sonnolenza incontrollabile dopo aver mangiato o bevuto troppo, prima di concedersi un sonnellino pomeridiano.

Dopo tutto questo cibo e vino rosso, m’è venuto un abbiocco allucinante!

Conosco i miei polli

Conoscere perfettamente il carattere di una persona o una determinata situazione e quindi prevederne il comportamento o lo sviluppo.

Non tutti sanno che, in origine, l’espressione era Conosco i miei polli alla calzetta, derivante dalla vecchia usanza di legare alla zampa dei propri polli un pezzetto di stoffa colorata, una “calzetta”, per poterli poi riconoscere quando venivano lasciati liberi di scorrazzare nel cortile. L’espressione, quindi, si riferisce al fatto di sapere bene con chi si ha a che fare.

Sono andata al cinema con Roberto ieri ma, come prevedevo, si è addormentato.

Conosco i miei polli!

By Elizabeth Tobyn

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