arte e cultura
Ad accompagnare questa riuscita estetica, l’interpretazione musicale del soprano Joyce El-Khoury ha convinto per forza drammatica e bellezza timbrica, anche se è sembrata provata dall’impervio finale, senza reggere adeguatamente le difficoltà imposte dalla partitura. Certo non ci troviamo di fronte ad una virtuosa di rilievo storico (in anni recenti, Mariella Devia, in questa stessa produzione, ha raggiunto esiti ben diversi), ma l’impatto sul pubblico è stato enorme, con un trionfo personale. L’interpretazione del mezzosoprano Justina Gringyte, che interpretava Sara, la Duchessa di Nottingham, rivale in amore della regina, è sembrata invece meno convincente, con un’interpratazione più anonima, pur dimostrando voce gradevole e ben prioettata. Tra gli interpreti maschili va segnalata l’ottima prova del tenore Barry Banks che ha interpretato il ruolo dell’eroe eponimo. Banks si è confermato belcantista di rango, totalmente a suo agio con lo stile di Donizetti, nonostante un physique du rôle non accattivante. Di grande effetto la sua ardua aria e cabaletta del terzo atto, ottimamente interpretata anche da un punto di vista scenico: Essex si trova imbrigliato come nella tela di un ragno durante il suo imprigionamento, in una scena di forte impatto visivo. Positiva, infine, la prova del baritono Rhys Jenkins nel ruolo del Duca di Nottingham che sembra, invero, aver alle spalle un lungo lavoro sulla lingua italiana e sulla dizione che lo rendono del tutto comprensibile anche senza sopratitoli.
Orchestra straordinaria, diretta con rigore e dinamismo dal giovane James Southall, con un inconfondibile gesto danzante in buca.
In sintesi, un Roberto Devereux in cui la forza dei sentimenti e la musica perfettamente sposata alla parola hanno coinvolto il pubblico portandolo a un finale trascinante, in un parossismo che si è concluso con un applauso insieme liberatorio e celebrativo. Un’opera, insomma, il Devereux, che meriterebbe senz’altro maggiore diffusione e presenza nel repertorio attuale, e che fa giustizia piena al genio spesso sottovalutato del grande Donizetti.