Il mio ‘year abroad’ a Napoli è stato una delle esperienze più divertenti, interessanti e sorprendenti della mia vita. Ho passato 5 mesi nel “sud America d’Europa” e sono stata ispirata a scrivere sulla vitalità della città per contestare l’opinione maggiormente negativa nei mass media su “Partenope”. Particolarmente, ho scelto di andare a Napoli dopo aver letto un articolo del New York Times intitolato “Why no one goes to Naples” – che ingiusto! Certamente, la città è vittima dei grandissimi problemi della Camorra e del pregiudizio delle altre parti del Belpaese, ma voglio darvi una piccola conoscenza della città più bella del mondo !
In primo luogo, i napoletani, la gente di Napoli, sono molto generosi e loquaci, e ho avuto delle difficoltà ad andare a spasso tranquillamente nella città tutti i giorni, a causa delle persone che mi avvicinavano nei vicoli per chiedermi “non sei italiana?” (ho i capelli biondi), “perché sei venuta a Napoli?”, “perché hai scelto Napoli” “hai già mangiato la pizza di Sorbillo?” (per questa domanda finale la risposto era sempre: certo!). Per di più, la gente attaccava bottone in quasi tutte le situazioni: che fosse sul treno alle 7 del mattino oppure nella posizione del triangolo nella mia lezione di yoga, i napoletani erano sempre pronti a scoprire di più su di me e sulla Brexit (purtroppo) e la loro gentilezza ha veramente rallegrato la mia esperienza.
Ovviamente, Napoli è famosa nazionalmente (e internazionalmente) per la sua rumorosità, e persino quando ho vissuto sul decimo piano del mio palazzo potevo sentire la marcia delle processioni religiose che avvenivano in strada. La rumorosità continua quando camminate per le strade, dove potete vedere ragazzi in motorino con i loro fratelli e sorelle dietro, sentire i colpi di clacson e le urla delle nonne dai balconi sullo sfondo.
Insomma, Napoli è una città dove ti troveresti in un mondo completamente diverso, ma decisamente esuberante e accogliente!
“Vieni a veré ‘a città ‘e Pullecenella!”
Abi Marrow