Però, purtroppo la maggioranza degli impianti costruiti per le Olimpiadi, e per i quali sono stati spesi molti soldi, rimangono ormai cattedrali nel deserto, caduti in disuso ed abbandonati dall’indifferenza pubblica. Innanzitutto, questi impianti non erano destinati a perdurare a causa dell’indifferenza da parte del pubblico verso alcuni sport invernali, come il curling, quasi completamente ignorato dal gran pubblico, tranne che a quei pochi appassionati che frequentavano i giochi. Non c’è stato nessun trambusto di iscrizioni agli sport di questo genere, un’opportunità persa. Per quanto riguarda l’uso degli impianti, la loro situazione non può che considerarsi uno spreco. Il Villaggio Olimpico, che sarebbe dovuto essere un modello di alloggi popolari e moderni, è divenuto un rifugio per i profughi costretti a fuggire dalla guerra nel Medio Oriente. Oggi questo luogo assomiglia a una terra desolata post atomica, spogliata della sua speranza e del suo spirito umano. Malgrado l’uso continuo degli stadi cittadini, quelli della montagna sono ormai lasciati all’abbandono oppure rimangono aperti, con grandi costi per il comune. Ad esempio, la pista di slittino rimane chiusa tutto l’anno a causa delle alte spese di gestione e la pista di bob, quando era ancora aperta, prima della chiusura definitiva nel 2010, rimaneva completamente inutilizzata, per un costo di 800.000 euro. Infine, la promessa di rinnovo per la città non è stata realizzata, con molte tasse indirette, come quelle cimiteriali due volte più alte di quelle pagate a Roma, più posti di lavoro solo per i dirigenti dei giochi, la chiusura di ospedali ammirati a livello nazionale, e un sistema metropolitano che zoppica sotto la pressione di una domanda elevata.
Nonostante l’incremento dei flussi turistici, l’eredità di Torino è fatta di opportunità mancate, promesse non mantenute, e sprechi giganti di denaro pubblico. Un evento magnifico, certo, ma ci sono modi migliori che ospitare le Olimpiadi per assicurare che Torino rimanga sotto i riflettori per le ragioni corrette.
ROB COLE