Monza: Bernie provoca la rabbia degli appassionati F1
Dal 1950, oltre 20 città hanno ospitato l’evento prestigioso di un Grand Prix. Alcune gare del Campionato mondiale di Formula 1 hanno superato la prova del tempo: Silverstone, Monza, Nurburgring fra le altre. Tuttora, malgrado molti sconvolgimenti politici al cuore dello sport, piste come queste simboleggiano le radici della Formula 1. Però, una di queste potrebbe essere sul punto di scomparire. Parliamo di Monza.
Come succede tante volte, i soldi hanno soppiantato la tradizione. Pare che l’offerta di una gara a Las Vegas, e tutti i soldi che coinvolgerebbe, sia troppo allettante per Bernie Ecclestone, l’uomo che si alimenta e sopravvive dallo sterminio della cultura per un pugno di soldi. Ancora una volta, lui ha esibito la sua indifferenza per i tifosi di Formula 1, refutando i reclami che lo sport costituisca più che vincitori e soldi:
«Un futuro in F1 senza il Grand Prix d’Italia? È strano perché non avrei mai immaginato un mondiale senza un gran premio in Francia, eppure ci siamo riusciti» dice Bernie.
Nonostante ciò, lasciamo da parte il mondo del Signore Ecclestone. Allora, concentriamoci su Monza e una storia così bella che rende imperdibile ciò che avviene in questo autodromo. Fondata nel 1921, le sue curve e le sue chicane sono piene di storia. Cinque anni dopo l’inaugurazione della Formula 1 nel 1950, Alberto Ascari, che alcuni italiani tuttora considerano l’autista più feroce della storia, perse la vita nel corso di una gara proprio qui. Di fatto, è solo uno dei due vincitori italiani del titolo di campione del mondo di Formula 1, l’unico che lo ha vinto due volte. Oggi, questa pista è diventata un simbolo del pilota. Per di più, Monza è stata il teatro di alcune
sport