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Di: ester bossi
Città dai natali antichi, resa famosa da figure storiche quali la regina Teodolinda, Napoleone e la Casa Reale dei Savoia e citata pure ne I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Monza è uno scrigno tutto da scoprire.
Essendo stata edificata su una delle strade che conducono a Milano, il traffico la fa da padrona. Non è raro essere testimoni di un’orchestra di clacson di prima mattina o intorno a mezzogiorno, quando i Monzesi si affrettano a tornare a casa per il pranzo, o la sera intorno alle sette, imprescindibile ora per cenare.
Oltre al traffico la città è famosa per i parcheggi introvabili. Se si decide di visitare Monza, bisogna tener conto che si potrebbero spendere quindici o venti minuti per cercare parcheggio, digrignando i denti, commentando su quell’auto parcheggiata così male da occupare non uno, ma ben due parcheggi, litigando con un altro guidatore che, con una mossa da maestro, ci ha fregato il posto.
Ogni tanto si potrebbe incontrare anche un vecchio abitante, coppola d’obbligo in testa, che borbotta in dialetto quanto i tempi siano cambiati o che osserva lavori stradali o ponteggi con occhio critico.
Comunque, pur essendosi ammodernata e trasformata nel corso degli anni, Monza rimane una città con una profonda atmosfera storica e questo è uno degli aspetti che amo di più. Si fa uno salto indietro nel passato quando si cammina per il centro e si rimane incantati dalle sue bellezze: il rumore dei passi sui lastroni di pietra nella piazza del Duomo; il silenzio all’interno della Cappella di Teodolinda e i drappi purpurei a celarne gli affreschi; lo sguardo immobile dei leoni di marmo a guardia del Ponte dei Leoni; l’austerità dei mattoni rossi dell’Arengario; la Villa Reale con le sue stanze riccamente decorate con dipinti e stucchi che costringono i visitatori a camminare tenendo perennemente il naso all’insù.
Monza è storia.
E non solo.
Monza è anche natura, il Parco è il protagonista indiscusso. Quando si varca uno dei molteplici ingressi, non si può far a meno di notare la quiete che lo domina, punteggiata dagli sporadici tintinnii dei campanelli delle biciclette. Molti amano passare i pomeriggi estivi o autunnali a passeggio per i suoi sentieri, a correre, o a fare picnic. Il Parco non fa mancare nulla all’ombra delle sue ampie fronde. Le anatre starnazzano mentre sono sospinte dalla corrente del Lambro o si affrettano a cibarsi del pane raffermo gettato dai bambini, le tartarughe sonnolente se ne stanno con i gusci al sole e i candidi cigni custodiscono il Laghetto dei Giardini Reali.
Alcune volte Monza arriva a farsi odiare per il suo caos e il suo rumore, ma basta ricordarsi cosa questa città custodisce per tornare ad apprezzarla.
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alcune volte Monza arriva a farsi odiare per il suo caos e il suo rumore, ma basta ricordarsi cosa questa città custodisce per tornare ad apprezzarla!