LA CIVETTA March 2017 | Page 28

Passare un semestre accademico nel “profondo Nord-Est” – pregi e difetti di una città “bella ma senz’anima”?

La città sotto le Alpi, la città più romantica d’Italia, la città di Romeo e Giulietta. Ma dietro tutto il romanticismo, c’è una città disordinata e conservatrice.

L’anno scorso ho fatto la mia esperienza Erasmus a Verona, una bellissima città del Nord Italia, situata in Veneto. Ma al di là dell’aspetto, personalmente, ho avuto l’impressione che Verona non abbia molto di cui vantarsi. Esteticamente l’ho trovata una città molto gradevole, tuttavia la gente mi è sembrata di vedute un po’ chiuse, ecco perchè la definirei una città conservatrice. Si sa che a Verona la Lega Nord è molto presente, e questo non mi sorprende. In generale, amavo la mia routine, mi piaceva spostarmi in bici e prendere il mio fedele Aperol, ma non direi che Verona sia una città molto vivace. Io abitavo in un appartamento in periferia - visto che non è una città grande, non ci mettevo più di 10 minuti per arrivare all’università in bici. Abitavo con due ragazzi italiani, Michele e Francesco, due ragazzi assai simpatici, puliti e rispettosi. Entrambi veneti. Il che vuol dire che pensavano che tutto il riso è per fare il risotto, che la pasta si mangia ogni giorno e che il paese più bello del mondo ovviamente è l’Italia. Ma forse questa è una caratteristica di tutti gli italiani, e benché a uno straniero possa dar fastidio, chissà, magari non hanno tutti i torti…!

Per quanto riguarda l’esperienza accademica, il primo impatto è stato abbastanza choccante: sono stata colpita dal caos che c’era all’università, mi riferisco in particolare all’organizzazione degli esami, credo fosse perché tutto funzionava molto diversamente dall’Inghilterra e ho trovato qualche difficoltà ad adeguarmi. Nello specifico, mi stupiva il fatto che gli esami fossero praticamente tutti orali e che si svolgessero davanti a gruppi di altri studenti e veniva anche comunicato il voto pubblicamente, cosa che mi creava molta ansia. Per di più, spesso non c’erano abbastanza sedie per tutti gli studenti nelle aule, quindi in pratica se non arrivi in tempo, mi dispiace ma sei costretto a sederti sulle scale! Poi ho riscontrato un’altra grande differenza rispetto all’Inghilterra, ossia che c’era molta formalità fra docenti e studenti e ciononostante notavo che questi ultimi a volte si comportavano come ragazzi del liceo. Durante alcune lezioni spesso c’era un andirivieni di gente, chi spediva messaggi vocali, chi chiacchierava allegramente, senza preoccuparsi di niente.

Verona, bella ma non balla.

Di Vanessa Allen

di Vanessa Allen