LA CIVETTA February 2016 | Page 22

Martina

Di dove sei in Italia?

Sono di Arcore, un comune a 20 km da Milano.

Le tue prime impressioni di Bristol?

E come sono cambiate?

All'inizio Bristol mi è sembrata molto grande e dispersiva, non riuscivo ad orientarmi perché non sono abituata a vivere in una città. Oltretutto non mi aspettavo che fosse così collinare! Ma adesso riesco a riconoscere le strade e i percorsi e tutto è più familiare.

qual è la cosa che più ti aspettavi prima di venire in Inghilterra? E qual è quella che più ti ha colpito?

Non vedevo l'ora di essere circondata dall'accento britannico, che adoro. Non avevo delle aspettative particolari dell'Inghilterra, poiché ho realizzato di essere partita e di aver davvero lasciato l'Italia solo una volta scesa dall'aereo. La cosa che più mi ha colpita durante il tragitto dall'aeroporto alla città è stata l'abbondanza di verde, ci sono tantissimi alberi!

Rispetto alla tua Università, Bristol è molto diversa? Sia no o sì, perché?

L'università di Bristol è diversissima dall'università di Milano! Qui l'organizzazione è migliore e tutto è molto efficiente. Le classi sono formate da pochi studenti e per questo è più facile essere seguiti dai professori, che ti chiamano per nome ed è una cosa stranissima. La differenza più grande è la mole di lavoro che c'è qui rispetto a Milano: di solito a

Milano si studia molto durante il periodo degli esami, non quando ci sono i corsi. Inoltre, qui ci sono tantissime attività extracurriculari come le societies.

Qual è lo stereotipo italo-inglese più grande?

Sia da noi verso gli italiani che da voi verso gli inglesi?

Secondo me, lo stereotipo inglese più grande è il "tè delle cinque". In Italia è molto diffusa questa immagine, ma ho notato che non è una costante qui! Lo stereotipo italiano invece è quello degli italiani che mangiano solo pasta e sanno cucinare bene: io non so cucinare affatto!

tu sei stata all'Expo di Milano 2015.

Cosa facevi? ti è piaciuto?

Io ho partecipato all'Expo come volontaria per due settimane a giugno. È stata un'occasione per offrire il mio contributo all'evento in qualità di giovane italiana. È stata un'esperienza molto appagante, ho conosciuto persone interessanti e ho avuto la possibilità di visitare l'intera esposizione e scoprirne i lati nascosti.

Che pensi dell'Expo in tre parole.

L'Expo in tre parole: multietnico, caotico, migliorabile. La mia esperienza come volontaria mi è piaciuta molto, ma in qualità di visitatrice ho notato che molti aspetti avrebbero potuto essere migliorati. Secondo me però gli aspetti positivi compensano i difetti legati ai lavori tardivi e frettolosi. Ci sta, insomma.

INTERVISTA AGLI STUDENTI ERASMUS

Hugh Stanley sat down with Mirta, Camilla and Martina - Erasmus students who spent last term at UoB - to hear about what they think of our little city, how British and Italian Universities differ and the humble cup of tea.

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