“(...) che se uno che non sa bene la lingua /
E non ha nessuna conoscenza /
Riesce a fotterti il lavoro con questa facilità /
Ti servirebbe un esame di coscienza (...)”.
L’artista torinese, crea inoltre un parallelismo tra giovani italiani che lasciano il ‘bel paese’ per cercare un futuro migliore e gli altri giovani stranieri che vengono in Italia per lo stesso motivo, mostrando come la migrazione e la coesistenza di diversità all’interno di una società siano inevitabili (e necessarie).
Rimanendo nella scena rap, l’artista italiano forse più emblematico per parlare di migrazione in Italia è Ghali, che con la canzone “Cara Italia” (2018), evidenzia la difficoltà del paese nel riconoscere come “italiano” chi come lui, seppur nato e cresciuto in Italia, non viene riconosciuto come tale. Questa difficoltà è espressa viene particolarmente espressa quando canta :
“Oh eh oh, quando mi dicon: "Vai a casa!" /
Oh eh oh, rispondo: "Sono già qua" /
Oh eh oh, io TVB cara Italia /
Oh eh oh, sei la mia dolce metà” /
La “dolce metà” ricorda la “Douce France” cantata dalla band franco-algerina Carte de Séjour, che nel 1987, in Francia, affrontava lo stesso tema trattato da Ghali. Nel lungo articolo che gli dedica il New York Times, il cantante spiega come inizialmente il pezzo fosse stato letto come un’ode all’Italia, senza dare troppo peso alla critica (costruttiva) che invece lui le stava rivolgendo. Spesso nelle sue canzoni Ghali unisce italiano, francese, arabo e spagnolo, dando voce alla non così nuova, ma ancora troppo invisibile, Italia.