In passato, l’argomento migrazione non era molto gettonato tra i temi trattati dalla musica rap. Oggi però ci sono diversi rapper nella scena italiana che rivendicano un background migratorio, ad esempio scrivendo testi sia in italiano che in arabo (prima Ghali, più recentemente Baby Gang) riflettendo il cambiamento culturale della società italiana, sempre più multiculturale. Che impatto ha la nuova scena rap italiana sui ragazzi e ragazze che incontri nelle carceri e nelle scuole dove lavori come educatore? Si sentono rappresentati/e?
Eve Richardson
4th year Spanish, Italian & French
Giada De Luca
2nd year masters in lingua e cultura italiane per stranieri, incoming year abroad student
Sam Dyer
4th year Modern Languages
Hai citato due rapper che sono molto importanti per quanto riguarda i rapper con background migratorio. Sono due rapper agli antipodi: Ghali è il ‘bravo ragazzo’, accessibile a tutti, apprezzato anche dagli italiani bianchi. Ghali è stato molto bravo ad utilizzare la sua identità plurima per avvicinare anche gli italiani bianchi al tema delle ‘seconde generazioni’ e alla società italiana multiculturale. Baby Gang invece è gangsta, il suo è un rap di strada. Nei testi parla di crimine, parla di come sia stato emarginato e della sua esperienza in carcere. Baby gang e diventato famoso in Italia sopratutto per la sua storia legata, purtroppo, al carcere e al crimine. Così, un rapper come Baby Gang diventa il capro espiatorio quando bisogna demonizzare la musica rap e le seconde generazioni. Però quando vado nelle carceri e soprattutto nei penitenziari minorili, tra questi due rapper quello che viene ‘idolatrato’ è baby gang, perché si rispecchiano nella sua rabbia, nella sua ribellione. Ghali invece è il rapper accessibile anche dalla borghesia italiana, che ogni tanto vuole mostrarsi aperta ascoltando un rapper di origini non italiane, e Ghali non è minaccioso da questo punto di vista. Sono due artisti molto importanti, ma volevo riflettere sul fatto che probabilmente un italiano bianco, borghese, di buona famiglia, vedrà baby gang come qualcosa di negativo, mentre un ragazzo di strada probabilmente si sentirà più rappresentato da Baby Gang. In generale, quando ho iniziato a fare rap, pochissimi avevano origini non italiane, per una questione generazionale. Oggi, nella scena rap italiana probabilmente la metà dei rapper famosi sono figli di genitori stranieri. Però se pensiamo all’Inghilterra, la maggioranza dei rapper famosi sono rapper che hanno genitori stranieri.
We are very happy to announce that Amir Issaa is coming to Bristol in January to hold a rap writing workshop!
Chi si è occupato di tradurre il libro in inglese?
La Traduzione è stata coordinata da Clarissa Clo e lei ha organizzato un team specializzato. Mi piace molto perché il risultato è frutto di una traduzione collettiva. Ci hanno lavorato almeno sei persone. È bello che l’idea della traduzione sia nata dagli studenti di Georgetown University. Ero ospite nella loro Università per lavoro nel 2018, e mentre parlavo con un gruppo di studenti ho detto, senza dargli peso, che in futuro mi sarebbe piaciuto lavorare per un’eventuale traduzione in inglese del mio libro ’vivo per questo’. Poi, quando sono tornato in Italia, una professoressa mi ha contattato dicendomi che avevano tradotto il libro. Mi ha mandato la traduzione e grazie all’aiuto di Clarissa l’abbiamo perfezionata. La traduzione è durata 5 anni di lavoro, considerando anche la pausa forzata a causa del COVID-19. Poi abbiamo trovato la casa editrice “San Diego State University Press” che ha accettato di pubblicarlo e mi hanno anche dato la possibilità di inserire delle foto che ripercorrono il mio percorso. Ci sono delle foto della mia famiglia, foto di quando ho iniziato il rap, foto dove si vedono mia mamma e mio papà. Il libro è appena uscito, sono molto emozionato. Spero che potrete leggerlo anche voi.