CIAO BELLA
OPINIONI
"Essere chiamata ‘bella’ NON è qualcosa di carino, un complimento... posso confermare con certezza che non si tratta di un complimento innocente, ma piuttosto è un sintomo di un sistema sociale sessista."
Quando la gente mi chiede se mi manca l’Italia, Siena in particolare, rispondo, senza dubbio, di sì. Mi manca il cibo, il bel tempo, la Piazza del Campo e le serate trascorse con gli amici in questo posto meraviglioso. Mi manca il lento scorrere della vita, il senso d'appartenenza ad una comunità e le pittoresche stradine acciottolate della città.
Spesso, però, dimentico di menzionare ciò di cui non sento la mancanza. Non mi manca il modo in cui molti uomini trattavano le donne per la strada o nei bar e nei club a Siena. Seppur non possa parlare per tutte le città e cittadine d’Italia, da quello che ho sentito dalle mie amiche che hanno fatto il loro anno all’estero in Italia, la situazione è molto simile in diverse zone della penisola.
Generalmente, essere chiamata ‘bella’ è qualcosa di carino, un complimento che fa sentire sicura e forse fa anche arrossire. Bene, forse la prima volta che ti succede per strada, potresti reagire in questo modo. Forse anche una manciata di volte dopo, ma alla fine di quattro mesi in una città italiana, posso confermare con certezza che non si tratta di un complimento innocente, ma piuttosto è un sintomo di un sistema sociale sessista.
Siena è una città piccolissima, non ho mai impiegato più di 20 minuti per arrivare ovunque volessi andare. Eppure, in quei 20 minuti, che si trattasse di lezioni in pieno giorno, o di incontrare i miei amici in piazza nel pomeriggio, o di andare in un bar a bere qualcosa di sera, era sempre la solita vecchia storia.
Tenevo la testa bassa mentre gli uomini gridavano "ciao bella" a me e ai miei amici. Le cose andarono peggio naturalmente, quando arrivò la primavera. Noi inglesi non siamo abituati al caldo come gli italiani, e mentre loro a maggio continuavano a indossare i loro piumini, noi rispolveravamo le nostre gonne corte per goderci il bellissimo sole della Toscana. Ciò diede a quegli uomini ulteriore slancio: lo stereotipo delle donne straniere libere entrò in gioco.
Sono stata avvertita da alcuni dei miei amici italiani (perché certo, ho avuto ragazzi italiani come amici, ragazzi molto simpatici e rispettosi verso le donne) che c'è una visione per cui le donne americane e britanniche sono percepite come dotate di una morale più sciolta rispetto alle nostre controparti italiane, e il modo in cui ci vestiamo sembrava solo aggiungere benzina al fuoco di questa visione.
Non solo ci hanno molestato verbalmente per la strada, ma quando osavamo rispondergli, invece di tenere la testa bassa, il loro tono bonario si trasformava improvvisamente in una minaccia: ci chiamavano con nomi orribili e a volte diventavano persino razzisti.
Nei club e nei bar, quando ballavamo con i nostri amici, ci trascinavano via con le mani saldamente attorno ai nostri corpi, come se in qualche modo non appartenessero più a noi. Dio non voglia che usassimo la vecchia linea "scusate, ho un fidanzato", avrebbero subito risposto con un brusco "allora dov'è?" O "Non ti credo, stai mentendo".
Solo quando uno dei nostri amici maschi interveniva a calmare la situazione, questi uomini orribili ci lasciavano finalmente andare, scusandosi con i nostri finti 'fidanzati' ma non con noi, come se non avessimo nemmeno importanza.
Era estenuante e purtroppo parte della vita quotidiana. Certo, le cose così accadono qui come in tutto il mondo, ma ho trovato che è particolarmente inquietante e costante in Italia, e il problema è soprattutto il fatto che molti italiani accettano questo atteggiamento come ‘parte della cultura, della società’. Davvero, penso che sia questa mentalità che dovrebbe cambiare.
BY: Katherine Awit
https://www.youtube.com/watch?v=b1XGPvbWn0A