primo piano
• indirizza la spesa delle famiglie verso investimenti
utili alla manutenzione del patrimonio edilizio esistente e al contenimento della spesa energetica individuale e sociale.
Insomma una manovra che dà contributi alle famiglie (e non alle imprese) e che quindi agisce sulla
domanda economica, come auspicato da quasi tutti
gli esperti economici.
Va risolta la questione della dotazione necessaria
di risorse. Alla richiesta di sostegno per le ristrutturazioni, la Provincia in questi ultimi anni ha sempre dato una risposta negativa, giustificata da una carenza
di risorse.
L’Associazione ha voluto approfondire l’argomento, accompagnando una tesi di laurea che un giovane
associato sta portando a termine presso la Facoltà di
Economia dell’Università di Trento.
Nella tesi viene applicato il modello del Cresme
(Centro Ricerche Economiche Sociali e di Mercato per
l’edilizia e il territorio), modello utilizzato anche dal
Ministero; nella tesi viene applicato per calcolare le entrate fiscali a favore della Provincia che vengono generate dai lavori edili attivati dalla manovra sulle ristrutturazioni. Le prime elaborazioni dei dati della manovra
provinciale 2009 evidenziano che le entrate fiscali a favore della PAT superino il 25% degli investimenti effettuati dalle famiglie, mentre le uscite provinciali (cioè i
contributi) sarebbero poco meno del 26%.
Quindi le casse provinciali registrano un sostanziale pareggio fra spese e entrate, fra contributi erogati
ed entrate fiscali.
Accanto agli effetti strettamente economici, vanno evidenziati e misurati gli effetti innovativi e socialmente condivisi di questa azione politica, e in
particolare i grandi risultati ambientali in termini di
efficientamento energetico e di messa in sicurezza
del patrimonio edilizio esistente in Trentino, con positivo effetto di immagine anche verso l’esterno.
Riteniamo rilevantissimo questo risultato che
merita una seria e approfondita verifica da parte della PAT.
Se la verifica confermasse la correttezza dei risultati, la PAT dovrebbe rivoluzionare la sua posizione in
merito ai contributi per le ristrutturazioni e programmare fin da subito per la prossima finanziaria una manovra a carattere permanente.
manifestazione
2. Check up energetico generale
La Provincia, in convenzione con gli Ordini professionali e le Associazioni imprenditoriali, promuova
una campagna diffusa di check up energetici che coinvolga tutti gli edifici privati esistenti. La campagna andrebbe realizzata secondo un piano pluriennale.
Il check up dovrà evidenziare i consumi energetici
di partenza e individuare i lavori di ristrutturazione
necessari per raggiungere il livello di risparmio energetico più efficace ed efficiente rispetto all’investimento da effettuare.
Il check up, pagato inizialmente dalla PAT, sarà poi
pagato dal proprietario dell’immobile in occasione
del primo lavoro effettuato attraverso il risparmio
energetico che l’intervento riuscirà a determinare.
Cogliendo le opportunità offerte dagli incentivi
nazionali nel campo del risparmio energetico si potrebbero elaborare alcuni nuovi strumenti di gestione
dell’energia del territorio con un diretto (e interessato) coinvolgimento tanto del sistema delle imprese
quanto di quello del credito. La Cooperativa Artigiana di Garanzia ha dichiarato la propria disponibilità
a svolgere un ruolo attivo nell’iniziativa.
La Provincia, anche con la collaborazione di Università ed Enti di ricerca, potrebbe inoltre avere una
funzione di promozione e garanzia nei confronti dei
privati di progetti di riqualificazione mediante finanza di progetto. Infatti progetti di questo tipo spesso
non decollano a causa della diffidenza nei confronti
del promotore privato.
«Le risorse provinciali devono
rimanere in Trentino.
Affidiamo gli appalti alle imprese
del nostro territorio».
3. Garantire il rispetto delle regole negli appalti
È necessario mettere in campo azioni nei confronti
degli Enti che non rispettano il Regolamento appalti
e gli atti di indirizzo firmati dalla Provincia.
Appare opportuno introdurre la revoca dei contributi provinciali concessi – o ipotizzare di non riconoscere nuovi contributi – agli Enti che appaltano le opere in spregio ai principi della normativa provinciale.
Anno LXVI N. 7 Luglio 2015
l’Artigianato
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