primo piano
artigiani e burocrazia
Quando
la burocrazia…
Tante, troppe volte abbiamo lanciato da queste pagine il grido di allarme di migliaia di imprese.
La burocrazia già di per sé è un peso insopportabile per numerose realtà produttive, se inoltre i solerti
funzionari assumono atteggiamenti integralisti e di superiorità allora il mix si può rivelare davvero “letale”
.
Abbiamo deciso di pubblicare un’esperienza concreta perché non si pensi che si sta parlando e discutendo
di aspetti che rimangono solo teorici. Cogliamo l’occasione per invitare, chiunque fosse interessato,
a inviarci i racconti delle proprie avventure e disavventure maturate in questo ambito.
Una rubrica non molto divertente ma assolutamente doverosa. L’indirizzo mail è: [email protected]
In data 13/6/2014 il sig. XXX, per conto di un ufficio
di controllo della Provincia ha effettuato un sopralluogo
preventivo presso la nostra ditta per il rilascio del relativo
certificato.
Alle mie rimostranze sulle considerazioni di pericolosità espresse da XXX in riguardo al nostro ambiente di lavoro a mio avviso eccessivamente negative, il suddetto ha
cominciato ad alzare la voce rivolgendosi al sottoscritto
con un atteggiamento alquanto arrogante e presuntuoso.
Inevitabilmente, la discussione che ne è seguita non ha assunto toni di squisita cordialità.
Ritengo che il personale che si occupa dei sopralluoghi
nelle aziende dovrebbe essere istruito a comportarsi in maniera più idonea alla sua mansione, che è quella di operatore di una pubblica struttura al servizio del cittadino.
Le aziende stanno attraversando un periodo estremamente difficile, caratterizzato da una profonda crisi economica che interessa ogni settore. Stiamo affrontando con
grandi difficoltà i problemi derivanti dalla crisi di lavoro,
con conseguenti fallimenti e mancati pagamenti.
Come se non bastasse questa situazione, siamo massacrati da una burocrazia soffocante, e da una serie insopportabile di normative, fra le quali quelle antincendio, che
impongono analoghe disposizioni di prevenzione per un
luogo pubblico affollato e per un ambiente come il nostro,
dove lavorano 5 persone in un capannone al pianterreno
di 1.500 mq, con ampi spazi liberi e 8 uscite all’esterno
fra porte e portoni. L’impianto elettrico è tutto a normativa, per i trattamenti di verniciatura utilizziamo prodotti
all’acqua non infiammabili su impianti a rullo senza
emissioni di polveri nell’ambiente, e i processi di lavorazione non presentano particolari situazioni di pericolosità
per eventuali inneschi di incendio, né tantomeno di esplosione come affermato dal suddetto XXX. Sono stato comandante dei vigili del fuoco volontari per 25 anni e mi
ritengo in grado di fare una valutazione della situazione,
e certe affermazioni, anche se espresse da un funzionario
che si ritiene specificamente preparato, sono da considerare assolutamente esagerate.
Ma la legge è legge, come dice il nostro solerte funzionario. E con questa affermazione chi è preposto nelle nostre zone, e in particolare in Trentino, ai controlli e alle disposizioni
in materia di prevenzione ci impone delle regole oltremodo
impegnative e penalizzanti in particolare nel settore artigiano e alberghiero, con l’obbligo di realizzare strutture, tanto
onerose quanto talvolta obiettivamente inutili.
Ovviamente risponderete che la situazione è analoga
ovunque, anche se sapete perfettamente che non è vero.
Qualcuno si chieda come mai un numero sempre maggiore di aziende si trasferisce all’estero, e chissà quante altre lo farebbero volentieri (compresa la nostra) se ne avessero la possibilità: non è ancora sufficientemente chiaro?
Al solerte funzionario probabilmente no.
Ma la legge è legge: anche se ci fa affondare, la legge è
legge.
E tutti obbedienti col culo per terra.
Paolo Pangrazzi, titolare René snc
Anno LXV
N. 7
Luglio 2014
l’Artigianato
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