L' Artigianato Gennaio 2013 | Page 20

ARTIG_n1gen13 04/01/13 17.16 Pagina 18 associazione anap Il Paese che invecchia I segnali che arrivano dalle statistiche demografiche delineano un Paese che sta diventando sempre più vecchio. Tra il 2001 e il 2011 la quota di anziani (65 anni e oltre) è salita dal 18,4% al 20,3%, pari a un aumento di 1,8 milioni di anziani. L’ ultimo bilancio demografico disponibile indica che a marzo 2012 la popolazione italiana è di 60.849.247 unità. Da novembre 2008 abbiamo superato la quota di 60 milioni. In Italia sono residenti 4.570.317 stranieri pari al 7,5% della popolazione. I segnali che arrivano dalle statistiche demografiche delineano un Paese che sta diventando sempre più vecchio. Tra il 2001 e il 2011 la quota di anziani (65 anni e oltre) è salita dal 18,4% al 20,3%, pari a un aumento di 1,8 milioni di anziani. Nello stesso decennio la quota di ragazzi fino a 14 anni di età è scesa dal 14,3% al 14,0%. Nel periodo esaminato l’incidenza della popolazione in età attiva si riduce di circa due punti percentuali, scendendo dal 67,3% al 65,7%. Cresce anche il peso dei “grandi vecchi”: nel 2001 gli anziani di 85 anni e oltre erano 1 milione 234 mila, pari al 2,2% del totale. Oggi sono 1 milione 675 mila, pari al 2,8% del totale. In dieci anni, inoltre, si è triplicato il numero degli ultracentenari, passati dai circa 5 mila 400 del 2001 a oltre 16 mila nel 2011. L’Italia è il quarto Paese avanzato per longevità della popolazione: con la speranza di vita alla nascita per la popolazione (maschi e femmine) di 82,0 anni il nostro Paese viene dietro al Giappone con una vita media di 83,0 anni, ed è seguito dalla Svizzera con 82,4 anni e dalla Spagna con 82,2. La vita media in Italia è di 0,7 anni più lunga rispetto alla Francia, di 1,4 rispetto al Regno Unito, di 1,5 anni rispetto alla Germania e di 3,3 anni rispetto agli Stati Uniti. Le buone abitudini alimentari, in generale lo stile di vita, la prevenzione e la qualità del servizio sanitario sono condizioni che rendono gli abitanti del nostro Paese particolarmente longevi. In sessant’anni anni la speranza di vita alla nascita sale di oltre 15 anni: tra il 1950 e il 2010 la speranza di vita alla nascita sale di 17,1 anni per le donne e di 15,4 anni per gli uomini. Negli ultimi trent’anni (19812010) le donne vedono crescere la speranza di vita alla nascita di 6,5 anni e gli uomini di 8,0 anni. A partire dal secondo dopoguerra, mediamente per anno che passa una donna ha guadagnato 3 mesi e 14 giorni di maggiore vita media, un uomo 3 mesi e 4 giorni. 18 l’Artigianato Anno LXIV N. 1 Gennaio 2013 Anche grazie al più alto valore della vita media della popolazione, l’Italia e la Germania sono i secondi Paesi al mondo più vecchi, con una quota di popolazione con 65 anni del 20,6%; solo il Giappone presenta una quota di popolazione anziana superiore e pari al 23,4%. A seguire si collocano la Grecia con una quota di popolazione over 65 del 18,7%, la Svezia con il 18,6%, il Portogallo con il 18,2% e l’Austria con il 17,9%. La quota di over 65 in Italia è di 2,1 punti superiore rispetto alla media di 18,5% dell’Area Euro a 17 e di 5,7 punti superiore al 14,9% della media Ocse. In Italia si è assistito a una imponente crescita della “società anziana”: nel secondo dopoguerra il rapporto tra vecchi e giovani è più che quadruplicato (4,6 volte nei cinquantotto anni tra il 1951 e il 2009). Tale rapporto era meno che raddoppiato (1,8 volte) nei precedenti 80 anni che vanno dal 1871 al 1951. Nel dettaglio si osserva che tra il 1951 e il 2009 il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione di età 0-14 anni – definito come indice di vecchiaia – passa da 31,4 a 144,0. In un contesto internazionale in cui l’Italia evidenzia una maggiore presenza di popolazione anziana, la regione con la quota di popolazione over 65 più alta è la Liguria, con una incidenza di anziani pari al 26,7%, seguita – ma ad oltre tre punti percentuali di distanza – dal Friuli-Venezia Giulia con il 23,4%, dalla Toscana con il 23,2%, dall’Umbria con il 23,0%, dal Piemonte con il 22,8%, dalle Marche con il 22,5%, dall’EmiliaRomagna con il 22,2%, dal Molise con il 21,9% e dall’Abruzzo con il 21,2%. La crescita demografica dipende interamente dal saldo migratorio La dinamica della popolazione in Italia negli ultimi anni si è basata su una crescente integrazione tra residenti italiani e cittadini stranieri che sono emigrati in Italia. Con riferimento al 2010 si osserva che la popolazione residente in Italia a fine anno è di 60.626.442 unità, di cui 29.413.274 maschi e 31.213.168 femmine. Rispetto all’anno precedente si registra un aumento della popolazione di 286.114 unità. La crescita della popolazione è data da un saldo naturale negativo pari