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Considerazioni generali
del 47° Rapporto Censis
sulla situazione sociale del Paese 2013
Il 6 dicembre è stato presentato presso il CNEL il 47° Rapporto del Censis
sulla situazione sociale del Paese nel 2013. Sono emerse luci e ombre che
ora riportiamo in sintesi.
a cura di Claudio Cocco
Il crollo non c’è stato, ma troppe persone scendono nella scala sociale. Nuovi spazi imprenditoriali e
occupazionali in due ambiti: revisione del welfare ed
economia digitale. Il sistema ha bisogno e voglia di
tornare a respirare, oltre le istituzioni e la politica.
bigua di “drammatizzare la crisi per gestire la crisi” da
parte della classe dirigente, che tende a ricercare la sua
legittimazione nell’impegno a dare stabilità al sistema
partendo da annunci drammatici, decreti salvifici e
complicate manovre. Nel progressivo vuoto di classe
politica e di leadership collettiva, i soggetti della vita
quotidiana rischiano di restare in una condizione di
incertezza senza prospettive di élite.
Una sospensione da “reinfetazione”
Oggi la società ha bisogno e voglia di tornare a respirare per reagire a due fattori che hanno caratterizzato l’anno. Il primo fattore è lo stato di sospensione
da “reinfetazione” dei soggetti politici, delle associazioni di rappresentanza, delle forze sociali nelle responsabilità del Presidente della Repubblica.
Ma la “reinfetazione”, in nome del valore della stabilità, riduce la liberazione delle energie vitali e implica il sottrarsi alle proprie responsabilità dei soggetti
che, a diverso titolo e con differenti funzioni, dovrebbero concorrere allo sviluppo, che è sempre un processo di molti. Il secondo fattore è la scelta implicita e am-
Il crollo non c’è
Il crollo atteso da molti non c’è stato. Negli anni
della crisi abbiamo avuto il dominio di un solo processo, che ha impegnato ogni soggetto economico e
sociale: la sopravvivenza. C’è stata la reazione di adattamento continuato (spesso il puro galleggiamento)
delle imprese e delle famiglie. Abbiamo fatto tesoro di
ciò che restava nella cultura collettiva dei valori acquisiti nello sviluppo passato (lo “scheletro contadino”, l’imprenditorialità artigiana, l’internazionalizzazione su base mercantile), abbiamo fatto conto sulla
capacità collettiva di riorientare i propri comportamenti (misura, sobrietà, autocontrollo), abbiamo svi-
Primo Rapporto sulla spesa
per l’acquisto di dispositivi medici
capillare e organico fino a pochi anni fa. I diversi livelli
di governo del SSN (Ministero della salute, Regioni,
Aziende sanitarie, Agenas) hanno quindi avviato un
percorso progettuale per comprendere la dimensione
del mercato in termini di volume e spesa, dinamiche dei
processi di acquisto, livello di coordinamento
interaziendale e intraregionale e come gli ospedali
gestiscono il flusso informativo acquisto - utilizzo controllo della performance.
Il lavoro svolto in modo congiunto dalle Regioni
e Provincie Autonome, dal Ministero della Salute
e da Agenas ha permesso di avviare il processo
di messa in trasparenza del settore che probabilmente
non ha precedenti nel nostro Paese e di regolamentarne
modalità e tempi attraverso, appunto, il Decreto del
Ministro della Salute 11 giugno 2010 “Istituzione del
Una società sciapa e infelice
in cerca di connettività
Presentata la prima edizione del Rapporto
sulla spesa rilevata dalle strutture sanitarie pubbliche
del SSN per l’acquisto di dispositivi medici (anno 2012).
Negli ultimi anni il settore dei dispositivi medici in Italia
è diventato oggetto di grande interesse da parte delle
istituzioni pubbliche e, in particolare, del Ministero della
Salute, con l’obiettivo primario di approfondire
la conoscenza di dati e informazioni circa la domanda
e l’offerta di queste tecnologie nel nostro Paese.
I dispositivi medici hanno costituito infatti un settore
sostanzialmente scarsamente conosciuto in modo
16 l’Artigianato
Anno LXV
N. 2
Febbraio 2014