associazione
crescita
Artigianato: imprese
in crescita del 2,9%
Al primo posto le Attività di servizi per edifici e paesaggio, seguite dalla
Riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature,
dalle Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di supporto
alle imprese e dalle Industrie alimentari.
L’
analisi dei recenti dati sulla demografia di
impresa evidenzia alcuni comparti dell’artigianato che nel I trimestre 2015 sono in
controtendenza rispetto alla fase di selezione in corso: considerando le divisioni economiche rilevanti
– che contano oltre mille imprese registrate – si individuano 12 settori driver in cui operano complessivamente 152.496 imprese, pari all’11,2% dell’artigianato italiano, che nel I trimestre 2015 registrano
una crescita del 2,9%, pari a 4.243 unità in più, a
fronte di una flessione del totale delle imprese artigiane dell’1,6%.
Nello specifico – considerando le variazioni assolute – troviamo al primo posto le Attività di servizi
per edifici e paesaggio – il 3,0% dell’artigianato –
con 1.399 imprese in più, pari al 3,5%, seguite dalla
Riparazione, manutenzione e installazione di
macchine e apparecchiature – l’1,5% dell’artigianato nazionale – con 852 imprese in più, pari al 4,4%,
dalle Attività di supporto per le funzioni d’ufficio
e altri servizi di supporto alle imprese – lo 0,4% dell’artigianato nazionale – con 481 imprese in più, pari
al 9,1%, dalle Industrie alimentari – rappresentano
a regolarizzare le posizioni sotto la pena del blocco
dell’operatività dei conti fino al 2017, momento dal
quale saranno comunicati all’Italia.
Il costo della regolarizzazione varia da situazione
a situazione.
I casi meno onerosi sono quelli in cui, ad esempio,
il padre aveva costituito parecchi anni fa una piccola
riserva all’estero (spesso perché ci lavorava)
e ora i figli si trovano con un problema che tuttavia
può essere sanato con un costo ragionevole
(indicativamente attorno al 9%).
Diverso il caso di chi ha nascosto redditi in anni recenti
in quanto la regolarizzazione supera il 50%. In ogni
caso anche qui vi è convenienza sia per evitare
sanzioni ancora più pesanti (che superano il capitale
nascosto) sia per evitare conseguenze penali.
il 2,9 dell’artigianato nazionale – con 462 imprese in
più, pari all’1,2%.
Crescono le interazioni tra artigianato e servizi,
con particolare riferimento alla distribuzione, logistica
e all’Information and Communication Technology: tra i
settori maggiormente dinamici, infatti, troviamo il
Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) – lo 0,4% dell’artigianato nazionale – con 299 imprese in più, pari al 5,8%, la Produzione di software, consulenza informatica e attività
connesse – lo 0,4% dell’artigianato nazionale – con
217 imprese in più, pari al 4,2%, le Attività dei servizi
d’informazione e altri servizi informatici – lo 0,4%
dell’artigianato nazionale – con 206 imprese in più,
pari al 4,4%, il Commercio all’ingrosso (escluso
quello di autoveicoli e di motocicli) – lo 0,1% dell’artigianato nazionale – con 199 imprese in più, pari
al 19%, il Magazzinaggio e attività di supporto ai
trasporti – lo 0,2% dell’artigianato nazionale – con 42
imprese in più, pari all’1,8%. Crescita pari o inferiore
al punto percentuale per Altre attività professionali,
scientifiche e tecniche – l’1,5% dell’artigianato nazionale – con 39 imprese in più, pari allo 0,2%, Silvicoltura e utilizzo di aree forestali – lo 0,3% dell’artigianato nazionale – con 37 imprese in più, pari
all’1,0%, e Istruzione – lo 0,2% dell’artigianato nazionale – con 10 imprese in più, pari allo 0,5%.
[S.F.]
Anno LXVI N. 8 Agosto 2015
l’Artigianato
15