Juggling Magazine september 2014, n.64 | Page 25

i due appuntamenti che hanno legittimato il nuovo circo nella cultura italiana: la Festa del Circo di Brescia (1999-2008) e il biennio della Biennale Teatro di Venezia (19992000) guidato da Giorgio Barberio-Corsetti. Oggi esiste una buona decina di festival italiani, sebbene quasi sempre in forma ibrida con il teatro di strada e arti affini, e spesso con spettacoli gratuiti, ma sempre con un entusiasmo di pubblico notevolissimo. Nell’ultimo decennio si sono distinti foto di Andrea Macchia to alla sincera immediatezza degli artisti, alla capacità di rimotivazione sociale dello spazio urbano, ma anche alla gratuità degli spettacoli, che consente l’affluenza di masse notevoli di pubblico. Affine a tale ambito é anche il movimento ormai enorme della giocoleria. La riflessione culturale e accademica. Una volta si pubblicava un libro sul circo ogni decennio. Oggi esiste una bibliografia costante e varia, che ha arricchito non solo la saggistica ma anche la letteratura. Allo stesso modo sono molti i fotografi e i giovani documentaristi accomunati nella scelta del circo come argomento. Le tesi di laurea sul circo sono numerosissime in tutta la penisola, in gran parte affluenti alla cattedra nata alla Statale di Milano (2005) attorno ad Alessandro Serena, sede anche delle Giornate di Studio sull’Arte Circense. Fondamentale negli ultimi anni anche il ruolo del CEDAC, il centro di documentazione nato a Verona: il nuovo circo, come in molti altri Paesi, significa anche diffusione del patrimonio e riscoperta delle radici. Il movimento animalista. Nella sua forma mediaticosociale ha molto inciso nella percezione di “nuovo circo”, generando la semplificazione mediatica per cui é sufficiente eliminare gli animali per rinnovare il genere. In ciò, usando come facile bandiera il Cirque du Soleil, e alimentando automatiche simpatie verso il nuovo circo, a prescindere dalla qualità delle proposte. Tale spirito condiziona anche tentativi di riforma legislativa del settore. Il circo di tradizione. Resta il primo punto di riferimento degli italiani in fatto di circo. I circa centocinquanta circhi del nostro Paese sono la forma popolare più consistente nello spettacolo dal vivo: l’unico settore che, assieme alle sale cinematografiche e ai grandi concerti, quasi sicuramente saprebbe sopravvivere senza contributi pubblici. È un mondo tutt’altro che indifferente all’ondata del nuovo, con tre appuntamenti di grande respiro internazionale, ciascuno con una diversa natura: Sul Filo del Circo (Grugliasco, con un ricco sguardo sulle nuove compagnie), Funambolika (Pescara, tra troupes straniere per ampie platee e vedettes dei numeri neoclassici), Mirabilia (Fossano, con lo sguardo sul teatro urbano, le preziose presentazioni per il mercato e la progettualità europea). Altre esperienze fondamentali hanno avuto vita più breve, come Apripista a Roma che ha svelato alla capitale l’universo attuale del circo nella sua declinazione più colta, ora seguito nella stessa sede (ma con progettualità diversa) dal neonato Eccì. Senza dimenticare i festival artistici e le programmazioni miste di cui sopra. Il teatro di strada. Dove e come confina con il nuovo circo? Il suo successo é lega- le ultime generazioni delle dinastie italiane di artisti capaci di risultati acrobatici notevoli e successi internazionali, senza rinunciare agli animali (ormai gestiti con livelli elevatissimi di sostenibilità). I tentativi di rinnovamento degli spettacoli tradizionali sono delicatissimi: la metodologia di creazione segue le alchimie interne del sapere artigianale; e nelle aspettative del pubblico fedele il desiderio di novità resta legato al bisogno di ingredienti prevedibili. Interessanti due esperienze recenti come “Il Circo Acquatico” e “Il Circo degli Orrori”: standard di produzione elevati per un’estetica popolare disimpegnata di sicura presa commerciale, l’assenza di animali (non enfatizzata) e un target più ampio: superando il varco fra tradizione e ricerca. Da non sottovalutare il ruolo dei festival classici: il Golden Circus é stata una dei prime occasioni italiane per vedere artisti di nuovo circo, e nel 1994 il Festival di Verona portò per primo in Italia una produzione del CNAC francese. Anche il più classico Festival di Latina strizza l’occhio a realtà innovative. Le compagnie italiane di nuovo circo. Ultime nell’elenco, ma solo perché forse prime per le responsabilità future nello sviluppo di un nuovo circo italiano. Sono numerose, dotate di uno s