CirconferenzeserieII
Raffaele De Ritis
IL NUOVO generale del nuovo circo
CIRCO CHE C’É
tracce per uno stato
Oltre dieci anni fa, da queste colonne
davamo a una riflessione il titolo “Il nuovo
circo che non c’é”. (o se si preferisce, il più
impegnativo e un po’ autocompiaciuto
termine “circo contemporaneo”). Esso é
oggi più solido: senza infilarci nel labirinto
delle definizioni, cerchiamo qualche riferimento concreto per capire cosa la gente o
gli operatori individuino come nuovo
circo, sperando di abbozzare qualche strumento per analisi future.
Il mercato teatrale. È il fenomeno di
massa che ha culturalmente legittimato
l’idea di “nuovo circo”, in cui la vocazione
commerciale si é felicemente coniugata
con un respiro artistico. Dai primi anni
Duemila, sulla scia del fragore mediatico
(e afflusso di pubblico) del battesimo italiano del Cirque du Soleil (2002), il circuito dei teatri ha integrato con regolarità
prodotti circensi capaci di attirare centinaia di migliaia di italiani: Slava’s Snowstorm,
la famiglia Thierrèe, poi Cirque Eloize,
Compagnia Finzi Pasca, Circus Oz, Circus
Klezmer e altri ancora. Questo fenomeno
ha arricchito i cataloghi delle agenzie di
danza e musica, e ha strutturato un’idea
nobile del circo in contesti di prestigio: i
Teatri Stabili, programmazioni “alte” quali
Torinodanza, Teatro a Corte (Piemonte) o
Romaeuropa e l’Auditorium di Roma. Oggi
sono quasi rare le stagioni teatrali senza
circo, per sfociare anche nelle diramazioni
off di un mai definito “teatro-circo”. Il mercato ha saputo premiare non solo proposte straniere, ma anche realtà italiane
competitive: Arcipelago o Pantakin, i recital
di David Larible, El Grito possono vantare
oggi un decennio di cifre importanti in
affluenza e numero di repliche.
Le scuole (e le loro categorie). Rappresentano la prima forma di radicamento ter-
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w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t
ritoriale, nel loro legame con il tempo libero e l’infanzia. Superfluo descrivere il fenomeno ai lettori di questa r