foto di A.S.
MIRABILIA
Think Dance, Think Circus
18/22 giugno, Fossano e Savigliano (CN)
www.festivalmirabilia.it
foto di Andrea Macchia,
Alessandro Sala e Raica Quilici
foto di A.M.
intervista di A.R. a Fabrizio Gavosto
direttore artistico
Da quali premesse siete partiti per
programmare questa nuova edizione di
Mirabilia?
Organizzare Mirabilia non è solo programmare spettacoli ma anche avere una visione artistica e sostenere i processi di creazione che sono in accordo con questa
visione; è fondamentale andare a cercare
progetti e trovare i modi per sostenerli al
meglio, come abbiamo fatto anche quest’anno per numerosi spettacoli italiani ed
europei. In Italia mancano completamente le strutture di supporto alla creazione. I
festival di circo contemporaneo hanno
dunque la responsabilità verso il panorama artistico nazionale di dover sopperire
a questa mancanza. Mentre nella danza e
8
w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t
nel teatro i festival svolgono questo ruolo supportando la ricerca e la
creazione, nel circo contemporaneo e nel teatro
di strada ci si limita invece quasi sempre a programmare compagnie
più o meno interessanti
per un pubblico di aficionados, tralasciando il
sostegno alla creazione.
L’elemento particolare
della programmazione di quest’anno è
stata l’interazione tra danza, teatro e circo
e l’esplorazione dei linguaggi di frontiera.
Questo intrecciarsi dei linguaggi crea
anche delle singolari ambiguità non risolte. L’ultimo spettacolo della compagnia di
circo XY, per esempio, essendo prodotto
dalla Biennale di Danza di Lione, secondo
i parametri italiani è uno spettacolo di
danza, perché sostenuto e prodotto da
una istituzione della danza e messo in
scena da un coreografo. Così anche lo
spettacolo “Untitled..” di Alessandro Sciarroni, spettacolo di giocoleria che parte da
un’idea di un coreografo presentata alla
biennale di danza di Venezia due anni fa,
perfetto esempio dei possibili sviluppi del
circo contemporaneo ed espressione di
punta di una ricerca italiana con respiro e
diffusione europea, viene da noi catalogato erroneamente come “danza”.
Mirabilia è un festival internazionale
che si inserisce all’interno di altri grandi festival, ma quali sono gli sbocchi e le
prospettive per il Made in Italy?
Mirabilia è il risultato di numerose interazioni con altri festival, al punto che la direzione artistica non ha più molta libertà di
manovra nella scelta degli spettacoli. Ad
esempio abbiamo un partenariato di
coproduziione con Fira Tarrega che alterna
il sostegno un anno a una compagnia italiana, un anno a una catalana; c’è tutto un
lavoro di esplorazione comune e sostegno
alle compagnie con il teatro di Hautepierre a Strasburgo, con La Villette, con la
Seyne sur Mer; siamo inoltre partner del
progetto europeo di sostegno alla creazione Circus Next, del network Circostrada,
del premio di circo della Catalogna etc.
Questo porta a Mirabilia compagnie estere
in prima assoluta, frutto della cooperazione europea, con direttori e programmatori
che vengono da tutta Europa per vederle
ed acquistarle. Ma penalizza spesso le
compagnie italiane che hanno tempistiche, obbiettivi e modalità diverse.
Vogliamo capire come colmare questo gap
perché Mirabilia deve diventare un festival
che mostri al mondo anche cosa succede in
Italia. Sono infatti pochissime le compagnie
italiane che girano all’estero, nessuna sostenuta dalle istituzioni, e l’esperienza della
compagnia di Alessandro Sciarroni è una
mosca bianca per ora.