Juggling Magazine march 2016, n.70 | Page 5

versatili, funzionali e sorprendenti. Rimanendo sul tema, a sottolineare la fervida collaborazione tra artisti e ingegneri meccanici, segnaliamo il numero della Cie La Migration, una delle compagnie premiate dal circuito Circus Next, che qui al Demain hanno presentato la loro “creazione”. Una struttura atipica, larga 9 metri, equipaggiata con due fili tesi paralleli, distanti 4 metri uno dall’altro, montati su una struttura rotante. I due membri della compagnia, Quentin Claude e Gael Manipoud, formatisi al CNAC, hanno lavorato due anni alla progettazione di quest’attrezzo e alla realizzazione del numero portato in pista. Un gioco di coppia che sfrutta le potenzialità e il tiro di questo gigantesco “spiedo” tenuto in movimento, o anche in perfetto stallo, con grande equilibrio, coordinazione e sincronismo da parte dei due artisti. Infine il tentativo della Troupe du Hunan cinese di esplodere la tradizionale staticità del palo cinese utilizzando una struttura basculante che presenta più pali cinesi orientati su assi ortognali; una bella l’idea, tutta ancora da sviluppare sul piano scenico. foto di JP Jerva Bonetics, anche lui alle prese con una disciplina secolare come il contorsionismo, qui parafrasata con elementi di danza hiphop. Il Duo Cardio, dove la coppia francomessicana di Solene e Rodrigo, pur proponendo lo scontato ruolo della coppia, presentano con leggerezza e ironia un numero di equilibrismo su scala e pertica di forte impatto scenico e grado tecnico. Infine la performance del verticalista ucraino Andrey Moraru, che ci ha colpito, oltre per le sue doti di verticalista, per la sua forte presenza scenica e intensità del personaggio, qualità non comuni nemmeno su un palco prestigioso come quello del Demain. Non ci ha convinto invece l’esito della nutrita serie di numeri di giocoleria, nonostante la bravura degli artisti in scena, come i 3J_drugs ucraini messi in scena da Taras Pozdnyakov, noto fondatore di Raw Art Circus, o della presenza tra gli special guest di Viktor Kee, il cui numero è tra gli inossidabili del genere. Segno che, anche per un festival come il Demain, la giocoleria contemporanea, pur offrendo una interessante varietà di esiti ed interpretazioni, fa fatica a conquistare palchi e platee dalle proporzioni così maestose. foto di G Cardoso foto di JP Jerva foto di JP Jerva Non appartengono certamente al novero degli attrezzi innovativi ma, per sottolinearne la bellezza e il fascino sempreverde, segnaliamo qui i numeri, entrambi andati “a premio”, all’altalena russa della incantevole Troupe Skokov e al quadro coreano dell’appassionato duo russo-canadese Anny e Andret. Una tensione, quello tra tradizione e innovazione, che gioca, all’interno del circo contemporaneo, un ruolo importantissimo, stimolando e sfidando gli artisti a misurarsi sempre con il nuovo, anche quando l’attrezzo/attrezzatura di riferimento ha secoli di storia alle spalle. Sempre nel solco della sorpresa, dell’innovazione che rigenera la tradizione, vogliamo segnalare i numeri alla barra russa del trio canadese-svizzeo-francese Moi ret les Autres, dove l’acrobatica si dispiega sulle note delle gag comiche; l’inedito Atai Omurzakov & Tumar KR Group, un collettivo di contorsionisti autodidatti del Kirghizistan, paese per la prima volta al Demain, che va dritto al bronzo con un numero di mimo-contrsionismo-musicale-clownesco, strappando grandi applausi ad un pubblico incredulo. Il britannico Junior intepreta 3 jugglingmagazinenumero70marzo2016