versatili, funzionali e sorprendenti.
Rimanendo sul tema, a sottolineare la fervida collaborazione tra artisti e ingegneri
meccanici, segnaliamo il numero della Cie
La Migration, una delle compagnie premiate dal circuito Circus Next, che qui al
Demain hanno presentato la loro “creazione”. Una struttura atipica, larga 9 metri,
equipaggiata con due fili tesi paralleli,
distanti 4 metri uno dall’altro, montati su
una struttura rotante. I due membri della
compagnia, Quentin Claude e Gael Manipoud, formatisi al CNAC, hanno lavorato
due anni alla progettazione di quest’attrezzo e alla realizzazione del numero portato in pista. Un gioco di coppia che sfrutta le potenzialità e il tiro di questo gigantesco “spiedo” tenuto in movimento, o
anche in perfetto stallo, con grande equilibrio, coordinazione e sincronismo da
parte dei due artisti. Infine il tentativo
della Troupe du Hunan cinese di esplodere la tradizionale staticità del palo cinese
utilizzando una struttura basculante che
presenta più pali cinesi orientati su assi
ortognali; una bella l’idea, tutta ancora da
sviluppare sul piano scenico.
foto di JP Jerva
Bonetics, anche lui alle prese con una
disciplina secolare come il contorsionismo,
qui parafrasata con elementi di danza hiphop. Il Duo Cardio, dove la coppia francomessicana di Solene e Rodrigo, pur proponendo lo scontato ruolo della coppia, presentano con leggerezza e ironia un numero di equilibrismo su scala e pertica di
forte impatto scenico e grado tecnico. Infine la performance del verticalista ucraino
Andrey Moraru, che ci ha colpito, oltre per
le sue doti di verticalista, per la sua forte
presenza scenica e intensità del personaggio, qualità non comuni nemmeno su un
palco prestigioso come quello del Demain.
Non ci ha convinto invece l’esito della
nutrita serie di numeri di giocoleria, nonostante la bravura degli artisti in scena,
come i 3J_drugs ucraini messi in scena da
Taras Pozdnyakov, noto fondatore di Raw
Art Circus, o della presenza tra gli special
guest di Viktor Kee, il cui numero è tra gli
inossidabili del genere. Segno che, anche
per un festival come il Demain, la giocoleria contemporanea, pur offrendo una interessante varietà di esiti ed interpretazioni,
fa fatica a conquistare palchi e platee dalle
proporzioni così maestose.
foto di G Cardoso
foto di JP Jerva
foto di JP Jerva
Non appartengono certamente al novero
degli attrezzi innovativi ma, per sottolinearne la bellezza e il fascino sempreverde,
segnaliamo qui i numeri, entrambi andati
“a premio”, all’altalena russa della incantevole Troupe Skokov e al quadro coreano
dell’appassionato duo russo-canadese
Anny e Andret. Una tensione, quello tra
tradizione e innovazione, che gioca, all’interno del circo contemporaneo, un ruolo
importantissimo, stimolando e sfidando
gli artisti a misurarsi sempre con il nuovo,
anche quando l’attrezzo/attrezzatura di
riferimento ha secoli di storia alle spalle.
Sempre nel solco della sorpresa, dell’innovazione che rigenera la tradizione, vogliamo segnalare i numeri alla barra russa del
trio canadese-svizzeo-francese Moi ret les
Autres, dove l’acrobatica si dispiega sulle
note delle gag comiche; l’inedito Atai
Omurzakov & Tumar KR Group, un collettivo di contorsionisti autodidatti del Kirghizistan, paese per la prima volta al Demain,
che va dritto al bronzo con un numero di
mimo-contrsionismo-musicale-clownesco,
strappando grandi applausi ad un pubblico incredulo. Il britannico Junior intepreta
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jugglingmagazinenumero70marzo2016