foto di Alexandre Galliez
In “Cuisine & Confessions” di Shana Carroll e Sébastien Soldevi i nove giovani artisti (provenienti da Argentina, Canada,
Russia, Stati Uniti) evocano ricordi legati al
cibo, senza dimenticare tutte le arti del
circo. Un’energia febbrile che si scatena,
cantando e suonando, fra padelle, fruste
per dolci, nuvole di farina e pietanze che
alla fine gli spettatori potranno assaggiare.
La vita ruota attorno alla cucina. Ognuno
ha ricette trasmesse di generazione in
generazione, abbinate a momenti della
propria storia personale, narrati in prima
persona - dichiarazioni d’amore, drammi
di famiglia, ricordi d’infanzia, confessioni
intorno a una tisana o un barattolo di
Nutella, sapore di cioccolato sulle labbra
di un primo bacio, gusto di erbe fresche,
profumo di biscotti. «Il cibo - dice Carroll è inseparabile in tutti noi dall’educazione,
la famiglia e la cultura». Le “petites madeleines” di Proust evocavano la Combray
della sua infanzia; Melvin, l’americano
di St. Louis, qui ricorda più prosaicamente le frittate di sua madre, che
voleva addolcire l’assenza di un padre
mai conosciuto. Come ricordava Deleuze,
a proposito delle “résurrections de la
mémoire”, i segni sensibili della memoria
sono segni della vita.
rienze. Sono questi solo alcuni dettagli
che la dicono lunga sul contributo che
Cirque Eloize sta offrendo allo sviluppo
del genere da più di un ventennio
attraverso le sue 10 preziose produzioni e il coinvolgimento di più di 200
artisti. Tra i loro spettacoli cit