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intervista e traduzione a cura di
Giulia Rabozzi e Daniele Giangreco
VLADIMIR
OLSHANSKY
http://en.wikipedia.org/wiki/Vladimir_Olshansky
Sedici allievi. Un Maestro. Vladimir Olshansky.
Lo incontro alla terza edizione della masterclass
Il clown-attore / Alla scoperta della forza della creatività,
all’interno del festival Di umanità, organizzato dal Centro
Teatrale Umbro tra le meravigliose colline eugubine.
Vladimir Olshansky è un clown-attore che
ha vinto numerosi premi e ha collaborato
con Slava Polunin e il Cirque du Soleil, per
poi scoprire la propria vocazione come
clown ospedaliero. Nel 1988 Vladimir Olshansky scopre il lavoro di Michael Christensen, se ne appassiona e inizia una collaborazione che lo porta a diventare uno
dei supervisori degli “Hospital clowns” del
Columbia Presbyterian Hospital di New
York. Anni dopo, nel 1996, insieme al fratello Yury e a Caterina Turi Bicocchi Vladimir fonda a Firenze Clown Aid, che nel
1999 diventerà Soccorso Clown.
Ho iniziato la mia carriera di clown in una
scuola di circo a Mosca, anche se ho sempre desiderato essere un attore, ma la vita
mi aveva riservato un’altra strada. È stata
una cosa inaspettata, come l’approccio al
processo creativo che continuo a diffondere. Amo comunque sempre il teatro e, dopo
essermi diplomato alla scuola di arti circensi di Mosca, sono andato a lavorare al teatro
statale Krasnoyarsk con uno dei migliori registi russi dell’epoca, Cama Ginkas. Dopo
questa fantastica opportunità, sono ritornato alle mie radici circensi, alla pantomima in
particolare. Mi considero un clown mimo,
con notevoli influenze da Marcel Marceau e
altri maestri del cinema muto.
In seguito ho ottenuto un gran successo
creando uno spettacolo basato sulla pantomima. Il mio repertorio è frutto del lavoro con diversi registi, come Jurij Gerzman,
grande marionettista, e con professionisti
di svariate discipline. Ritengo sia importante imparare dalle diverse arti, specialmente
per un clown, che racchiude in sé un’ampia gamma di possibilità espressive. Ho
studiato il clown per anni, e per me non è
stato un semplice divertimento, ma una
vera e propria professione. Un mestiere,
che richiede dedizione e sacrifici.
Chi è il clown? Nessuno lo sa. È molto raro
che qualcuno sappia definirlo e di solito la
risposta è: “uno che rende le persone felici,
che le fa ridere”. Ma perché? Cos’è questa
professione, quale l’essenza di questo mestiere? Così ho iniziato a pensarci su e sono
arrivato alla conclusione che la clownerie è
un’arte performativa: una persona che
vuole diventare clown deve perciò dapprima studiare l’arte dell’attore, sviluppare
doti attoriali, perché il clown è prima di tutto un attore. Un attore comico, con un talento comico, perché senza questa combinazione il clown non esiste. Se una persona non ha il senso dello humor, potrà diventare un attore, ma non un clown.
Dunque, è una scoperta, è una via, ma bisogna essere onesti: se trovi un dono, un
talento in te, devi avere il coraggio di seguire il tuo destino; altrimenti sarebbe meglio
per te cambiare idea. Oggi l’idea di diven-
tare clown è quasi una moda, molte persone pensano sia sufficiente un naso rosso, il
trucco, e sei un clown! È un’idea sbagliata,
è una maschera di Carnevale; ed è vero che
a Carnevale ogni persona può diventare
un’altra persona, ma ciò di cui stiamo parlando è una professione.
Il mio obiettivo primario è liberare le persone, renderle libere dalle idee sbagliate, dai
cliché, dalle tensioni, dalle paure, dalla paura del palco. La libertà è il primo passo, perché un mestiere non è lo scopo della vita.
Lo scopo della propria vita dovrebbe essere
più grande. Esistono tante cose più importanti per cui vale la pena vivere, come
l’amore, le altre persone, la vita stessa. Personalmente ho scoperto che la priorità nella mia vita è dare agli altri, più che ricevere.
E nel momento in cui ci rendiamo conto di
questo, non siamo più così chiusi, ci sentiamo più liberi. Perciò insegno prima di tutto
a sviluppare la nostra anima, la nostra spiritualità, la consapevolezza di noi stessi e di
ciò che ci circonda: capire qual è lo scopo, il
valore della nostra vita che ci rende liberi.
j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015
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