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Circonferenze1.4
Raffaele De Ritis
L’Astley’s Amphiteatre
Londra, metà ‘800
Pagliacci
di Ruggero Leoncavallo
al S.Carlo di Napoli, 2011,
regia di Daniele Finzi Pasca
CIRCO E LIRICA,
DUE INSOSPETTABILI GEMELLI
Niente forse é più arcaico e universale del
gesto acrobatico e del canto. L’uno profano, l’altro più legato al sacro. Il circo e la
lirica sono da sempre due forme più vicine
di quanto non si pensi. Si basano sulla
ricerca dell’estremo virtuosismo, l’eccesso
a dismisura, l’esaltazione della meraviglia.
Entrambi i generi coinvolgono un pubblico
di massa senza barriere, conciliando tutte
le arti come pretesto allo spettacolo puro.
Circo e lirica sono storicamente due insospettabili gemelli. Nascono insieme, poiché la loro forma matura appare nello
stesso momento: alla fine del XVIII secolo,
all’alba della società industriale. Loro
padre comune é il disordine anarchico
degli spettacoli popolari; loro madre la
rigidità della censura che prima o poi ha
l’effetto di rendere ufficiale l’illegale.
Nella seconda metà del Seicento, il teatro
di fiera fa maturare spettacoli ibridi, a cui é
vietato per legge l’uso della parola e della
narrazione, per non contrastare i pochi tea-
AIDA
tri ufficiali privilegiati. Londra e Parigi sono
i due grandi laboratori dello spettacolo
moderno. Baracche di illusionisti, acrobati,
mostratori di animali, farse mimate e cantate, impiegheranno oltre un secolo per
maturare nei generi codificati fino ad oggi.
Se l’arte lirica emerge inizialmente nei teatri di corte, lontano dal popolo, é frequente vedere nelle prime opere numeri acrobatici per animare gli intermezzi.
Nelle fiere del ‘700, mimi e acrobati iniziano a inventare nuovi generi per contrastarli. Camminando sulle mani o sul
filo, essi riescono a raccontare una storia
senza incorrere in divieti; e anche l’uso
del canto emerge come pratica fuorilegge. Non potendo parlare né cantare, gli
artisti scrivono i versi su dei cartelli, che
vengono letti cantando da finti spettatori
in platea. Espedienti di questo tipo, nati
nelle baracche, fanno nascere l’opéracomique, il genere in cui poi trionferanno Mozart e Rossini.
regia di Franco Dragone
A cura della redazione di JM pubblichiamo alcuni pensieri
in libertà tratti dalle interviste rilasciate da Franco Dragone,
regista della Aida andata in scena al Teatro San Carlo
di Napoli lo scorso dicembre.
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w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t
Allo stesso modo, anche a Londra le origini del circo e della lirica coincidono. Il
Sadler’s Wells, aperto verso la fine del
‘600, era un luogo ibrido in cui si alternavano opere musicali, commedie e
funamboli. È a uno stesso impresario,
John Rich, che si devono sia la prima
opera musicale moderna, The Beggar’s
Opera di John Gay (1728), che, pochi
anni prima, il battesimo del genere della
pantomima (1716), al cui interno nasce
presto la figura del clown. Questo mentre
Philip Astley propone il primo circo equestre della storia (1768), presto maturato
in un anfiteatro coperto dove architettura, drammaturgia, scenotecnica avvicinano la neonata arte circense ai codici dell’opera lirica. Nel primo ‘800, l’Astley
Amphiteatre é uno dei tre più grandi teatri di Londra; uno di essi, il Covent Garden ancora oggi teatro d’opera, vede i
successi di Joe Grimaldi, il primo clown
moderno. Non dissimili le vicende a Pari-
“Mi do sempre uno scopo. Un giorno ho lasciato la prosa classica
per fare un teatro più politico. Vengo dal movimento degli studenti del ‘68. Erano anni in cui mi chiedevo: perché i teatri sono vuoti?
Perché i miei amici non vanno a teatro? Ho sempre rifiutato la ghettizzazione. Sono stato un emigrante anche io e ho subìto quella
condizione. Poi con il tempo ho capito che siamo tutti profughi di
qualcuno e un po’ discriminati. C’è sempre un Sud nel mondo”.
Artista poliedrico di sangue mediterraneo, nativo di Cairano, in
provincia di Avellino, emigrato in Belgio con la famiglia quando
era ancora bambino. Lì si è formato alla scuola della commedia
dell’arte e del teatro popolare, che contraddistingue ancora oggi
la sua opera creativa.
“Il teatro mi ha salvato la vita. Penso sempre al mio paese, Cairano.
Oggi è abitato da 360 anime, un tempo erano 3 mila. Bisogna fare
qualcosa per trattenere i giovani.” Nel 2000 il regista fonda la Franco Dragone Entertainment Group, con ambizioni su scala mondiale e imminenti progetti a Parigi, Dubai, in Indonesia, in Brasile