Juggling Magazine march 2014, n.62 | Page 14

Jug n 62:JUG new 17/03/14 18:37 Pagina 12 Circonferenze1.4 Raffaele De Ritis L’Astley’s Amphiteatre Londra, metà ‘800 Pagliacci di Ruggero Leoncavallo al S.Carlo di Napoli, 2011, regia di Daniele Finzi Pasca CIRCO E LIRICA, DUE INSOSPETTABILI GEMELLI Niente forse é più arcaico e universale del gesto acrobatico e del canto. L’uno profano, l’altro più legato al sacro. Il circo e la lirica sono da sempre due forme più vicine di quanto non si pensi. Si basano sulla ricerca dell’estremo virtuosismo, l’eccesso a dismisura, l’esaltazione della meraviglia. Entrambi i generi coinvolgono un pubblico di massa senza barriere, conciliando tutte le arti come pretesto allo spettacolo puro. Circo e lirica sono storicamente due insospettabili gemelli. Nascono insieme, poiché la loro forma matura appare nello stesso momento: alla fine del XVIII secolo, all’alba della società industriale. Loro padre comune é il disordine anarchico degli spettacoli popolari; loro madre la rigidità della censura che prima o poi ha l’effetto di rendere ufficiale l’illegale. Nella seconda metà del Seicento, il teatro di fiera fa maturare spettacoli ibridi, a cui é vietato per legge l’uso della parola e della narrazione, per non contrastare i pochi tea- AIDA tri ufficiali privilegiati. Londra e Parigi sono i due grandi laboratori dello spettacolo moderno. Baracche di illusionisti, acrobati, mostratori di animali, farse mimate e cantate, impiegheranno oltre un secolo per maturare nei generi codificati fino ad oggi. Se l’arte lirica emerge inizialmente nei teatri di corte, lontano dal popolo, é frequente vedere nelle prime opere numeri acrobatici per animare gli intermezzi. Nelle fiere del ‘700, mimi e acrobati iniziano a inventare nuovi generi per contrastarli. Camminando sulle mani o sul filo, essi riescono a raccontare una storia senza incorrere in divieti; e anche l’uso del canto emerge come pratica fuorilegge. Non potendo parlare né cantare, gli artisti scrivono i versi su dei cartelli, che vengono letti cantando da finti spettatori in platea. Espedienti di questo tipo, nati nelle baracche, fanno nascere l’opéracomique, il genere in cui poi trionferanno Mozart e Rossini. regia di Franco Dragone A cura della redazione di JM pubblichiamo alcuni pensieri in libertà tratti dalle interviste rilasciate da Franco Dragone, regista della Aida andata in scena al Teatro San Carlo di Napoli lo scorso dicembre. 12 w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t Allo stesso modo, anche a Londra le origini del circo e della lirica coincidono. Il Sadler’s Wells, aperto verso la fine del ‘600, era un luogo ibrido in cui si alternavano opere musicali, commedie e funamboli. È a uno stesso impresario, John Rich, che si devono sia la prima opera musicale moderna, The Beggar’s Opera di John Gay (1728), che, pochi anni prima, il battesimo del genere della pantomima (1716), al cui interno nasce presto la figura del clown. Questo mentre Philip Astley propone il primo circo equestre della storia (1768), presto maturato in un anfiteatro coperto dove architettura, drammaturgia, scenotecnica avvicinano la neonata arte circense ai codici dell’opera lirica. Nel primo ‘800, l’Astley Amphiteatre é uno dei tre più grandi teatri di Londra; uno di essi, il Covent Garden ancora oggi teatro d’opera, vede i successi di Joe Grimaldi, il primo clown moderno. Non dissimili le vicende a Pari- “Mi do sempre uno scopo. Un giorno ho lasciato la prosa classica per fare un teatro più politico. Vengo dal movimento degli studenti del ‘68. Erano anni in cui mi chiedevo: perché i teatri sono vuoti? Perché i miei amici non vanno a teatro? Ho sempre rifiutato la ghettizzazione. Sono stato un emigrante anche io e ho subìto quella condizione. Poi con il tempo ho capito che siamo tutti profughi di qualcuno e un po’ discriminati. C’è sempre un Sud nel mondo”. Artista poliedrico di sangue mediterraneo, nativo di Cairano, in provincia di Avellino, emigrato in Belgio con la famiglia quando era ancora bambino. Lì si è formato alla scuola della commedia dell’arte e del teatro popolare, che contraddistingue ancora oggi la sua opera creativa. “Il teatro mi ha salvato la vita. Penso sempre al mio paese, Cairano. Oggi è abitato da 360 anime, un tempo erano 3 mila. Bisogna fare qualcosa per trattenere i giovani.” Nel 2000 il regista fonda la Franco Dragone Entertainment Group, con ambizioni su scala mondiale e imminenti progetti a Parigi, Dubai, in Indonesia, in Brasile