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foto di GC
FLAQUE - CIE DE FRACTO
www.defracto.com
intervista a
Eric Longequel
foto di CR
foto di GC
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Sono francese e i primi lanci li ho fatti a 11 anni,
imparando a giocolare a scuola con i miei amici. Ho
continuato a giocolare come appassionato per 10
anni, andando a tante convention, facendo la vita di
tutti i giovani studenti, ma con una passione particolare per la giocoleria, e quando ho terminato gli
studi ho deciso di diventare un professionista. A
quel tempo ero principalmente un diablista e mi
esibivo con la compagnia Filo Fhil, che ha girato in
diversi festival di circo e convention di giocoleria.
Nel 2006 ho incontrato tre giocolieri belgi e insieme
abbiamo fondato la Cie EAEO, producendo lo show
“The Square Meter”, dove ero impegnato con le palline, mentre gli altri si esibivano con le clave. Nel
2011 Guillaume Martinet, fondatore della Cie De
Fracto insieme a Minh Tam Kaplan, mi ha proposto
di fare uno spettacolo insieme. Ci conoscevamo da
tempo e abbiamo deciso nello stesso periodo di
diventare professionisti. Io ho cominciato a frequentare una serie di workshop con la FAAAC, mentre
Guillaim si è iscritto al Le Lido di Toulouse. Abbiamo
giocolato a lungo insieme, e così a un certo punto
sembrava ovvio che mettessimo su uno spettacolo.
Pensavamo ad un duo, con l’apporto di un musicista/tecnico, David Maillard, che ha presto assunto
un ruolo attivo sulla scena, e così il duo è diventato
un trio. In realtà lo show Flaque deve tanto anche
alla responsabile di produzione e diffusione, Laure
Caillat, e a due persone speciali che conoscevamo
da tempo, e ai quali abbiamo deciso di rivolgerci
dopo aver visto le loro performance al Rencontre de
Jonglages del 2012. In quella edizione del festival
c’erano show in sala, all’aperto e nel basement, e
forse non è un caso se gli autori che abbiamo scelto erano quelli che si esibivano nel basement! Volevamo infatti lavorare ad uno show che potesse essere riprodotto in qualsiasi location. Chiaramente
entrambe le performance viste al Rencontre ruotavano intorno alla giocoleria. Il primo autore era Jay
Gilligan, che ci ha aiutato nella creazione dei pattern, nel concretizzare le nostre idee, nel pulire e
direzionare la performance, nel rivolgerci molte
domande su cosa portavamo in scena, per quale
ragione e perché in quel modo. Il secondo autore è
stato John Swartvagher della FAAAC, che presentava
al Rencontre lo spettacolo Protocol, elaborato con
un collettivo di 5/6 giocolieri con clave bianche, e
che ci ha supportato nella coreografia.
Tutte le cose che avevamo provato e preparato
hanno preso forma nell’arco di due settimane, grazie a Jay e John, e poi noi tre ci siamo messi al lavoro per affinarlo. Quando siamo andati in creazione il
concept iniziale… non prevedeva alcun concept!
Avevamo deciso che avremmo giocolato molto,
lavorato tanto con l’espressione corporea, e che
avremmo capito col tempo cosa volevamo portare
in scena. Per esempio nello spettacolo non ci sono
pattern tradizionali di giocoleria, ma questa decisione non è stata presa a monte. Anzi, durante le prove
abbiamo giocolato molto anche pattern noti, e questa pratica ha comunque informato lo spettacolo,
anche se non viene portata in scena. Ci piace anche
giocolare 7 palline, e questa passione colora il
nostro genere. Altra idea di fondo era quella di
esplorare le cadute al suolo, su cui abbiamo lavorato tanto; tutto il resto è venuto in progress. Ci muoviamo molto sul palco ed il movimento è comunque
al servizio della giocoleria, o influenzato dalla giocoleria sul palco. Non mi piace descrivere quello che facciamo come opposto alla giocoleria tradizionale o precedente, mi sembrano affermazioni
arroganti a volte. Puoi giocare con
molti elementi nella giocoleria,
numero di oggetti, loro varietà, come
li mischi, e noi abbiamo deciso di
giocare con altri elementi, come il
corpo che salta e si stende sul palco,
o saltare mentre afferri un lancio. Flaque è cambiato molto dal suo debutto, c‘è tanta improvvisazione sul
palco e questo lascia spazio per cambiamenti continui. Sono molto orgoglioso di questo spettacolo, per certi
versi ho quasi paura di aver raggiunto il massimo e non so se riuscirò a
fare qualcosa di ancora più pregnante, ma sicuramente ci proverò!
w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t