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LA STAGIONE DEI FESTIVAL
Cirk Fantastik festival
foto di Natalia Bavar
I festival di circo contemporaneo, sempre più numerosi in Italia, sono
il luogo di maggior contatto tra il vasto pubblico e le espressioni artistiche di genere. Il progetto Quinta Parete ha tra i suoi obiettivi quello
di facilitare e promuovere le strategie di sviluppo e allargamento del
pubblico nei festival, in collaborazione con le direzioni artistiche ed
organizzative.
CIRK FANTASTIK
17/27 settembre, Firenze www.cirkfantastik.com
di Stefano Guarino Grimaldi
Fin dalla sua prima edizione Cirk Fantastik, festival internazionale di
Circo Contemporaneo, ha potuto reggersi grazie alla partecipazione
del pubblico e alla solidarietà degli artisti. Un pubblico che quest’anno è arrivato numeroso, ben 12.000 presenze tra spettatori e visitatori, per godersi 30 spettacoli sotto chapiteau, 20 spettacoli open air,
10 giorni di laboratori gratuiti, concerti, area giochi, eco-architettura
e riciclo, buon cibo e tanta passione! L’inaspettato cambio di location - da un parco di quartiere ad un parco cittadino di rilievo, spesso
luogo di eventi per ragazzi e giovani - ci ha inoltre aiutato nel coinvolgere una fetta di pubblico per noi molto interessante, quella tra i
25 e i 45 anni. Una fascia difficile da convincere a venire al circo non
solo perché trascinati dai bambini, che vogliamo motivare a riconoscere nel circo un luogo di crescita culturale, con spettacoli che possono smuovere emozioni forti e fornire altri punti di vista sulla realtà.
Siamo molto soddisfatti del successo di questa edizione, per la
prima volta sostenuta anche dal MIBACT, e siamo impegnati nel
migliorare le modalità di incontro e di relazione tra pubblico e artisti, dando sempre più spazio alle nuove proposte artistiche e alla
sensibilizzazione del pubblico.
Una delle collaborazioni più innovative di questa edizione è stata
quella attivata con il progetto Quinta Parete, che ci ha visto dedicare una giornata a spettacoli in fase di creazione o di rodaggio, messi
in relazione diretta con il pubblico. Al termine di ciascuno dei tre
work in progress in programma gli artisti si sono fermati ad ascoltare il pubblico, raccogliendo a caldo emozioni, stupori e critiche.
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L’incontro è avvenuto nello stesso luogo della rappresentazione,
sotto il tendone, mentre tecnici e artisti erano impegnati a smontare e riallestire la scena per lo spettacolo successivo, una cornice che
ha reso ancora più vero e partecipativo l’incontro. È stata una vera
scommessa, non avev amo idea di come potesse andare, se il pubblico si sarebbe sentito stimolato a intervenire e soprattutto in che
modalità. All’inizio di ogni spettacolo abbiamo spiegato in modo
dettagliato gli obbiettivi della serata. Fondamentale è risultata la
presenza nel pubblico di altri artisti, registi e addetti ai lavori, che
hanno rotto il ghiaccio con i primi commenti, indirizzando gli interventi in modo co struttivo. Indubbiamente è stata una situazione
inusuale, il pubblico si è trovato spiazzato dal suo ruolo di spettatore, e tra imbarazzi e poca voglia di esporsi è stato molto interessante vedere il progredire del suo coinvolgimento, dando vita a un
confronto realmente amichevole e costruttivo.
A fine serata ci siamo confrontati con gli artisti, ognuno di loro ha
ritenuto la possibilità di ricevere opinioni anche di persone comuni
appassionate molto proficua e interessante. Per il pubblico invece
la possibilità di conoscere gli artisti senza la maschera del personaggio, in uno scenario dove il palco diventa un cantiere in allestimento, ha generato una maggiore consapevolezza del duro lavoro
creativo e tecnico che uno spettacolo richiede, aiutandolo a comprendere, apprezzare e assimilare meglio ciò che ha appena visto
e vissuto.
Un esperimento che ha funzionato benissimo, aldilà di ogni aspettativa, rendendo magica la serata e facilitando la trasformazione
del pubblico da spettatore passivo a parte attiva del processo di
creazione dello spettacolo.