da aulica e aristocratica, come per lunga tradizione divenga popolare. Ma di questa trasformazione nei primi decenni dell’800 non riuscirono ad essere autori i pur valentissimi Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, entrambi afflitti da gravi problemi personali, e comunque troppo condizionati dalla lezione rossiniana, si impose invece prepotentemente il genio di Giuseppe Verdi che pur mantenendo almeno in un primo tempo i vecchi schemi introdusse un timbro nuovo, una diversa qualità umana, più virile, più energica, spodestando i vecchi personaggi malinconici e patetici , tipici dell’opera belliniana e donizettiana. Uno degli esempi più tipici di questa nuova opera popolare o nazional-popolare che dir si voglia è Rigoletto, che infatti, con la Traviata e col Trovatore costituisce la cosiddetta trilogia popolare di Verdi tra il 1851 e il 1853.
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