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FALL 2018
I talian A merican D igest
Parliamo Italiano
Un Viaggio Lungo la Costiera Amalfitana
by Alessandro Steinhaus
“Il giorno del giudizio, per gli amalf-
itani che andranno in paradiso, sarà
un giorno come tutti gli altri.”
—Renato Fucini
Questa frase riassume bene ciò che
molti pensano sulla costiera amalf-
itana, uno dei tratti di costa più belli
d’Italia e d’Europa. La costiera si
estende nel Golfo di Salerno e com-
prende Positano, Ravello e, natu-
ralmente, Amalfi, il nucleo centrale
geografico e storico della Costiera. È
tutelata dall’Unesco come Patrimonio
dell’Umanità e specialmente a partire
dal secondo dopoguerra è stata una
delle mete preferite di turisti e celeb-
rità (basti citare Beyoncé e George
Clooney) da tutto il mondo: per
questo motivo è stata soprannomina-
ta la “Divina Costiera.”
Come noto, la costiera è famosa
per i suoi paesaggi mozzafiato, per
i giardini strappati alla montagna e
per le spiagge assolate, da scoprire
percorrendo la Statale Panoramica
163 (Nastro Azzurro), un tratto di
costa lungo circa 50 km. La strada fu
costruita nel 1832 e finita nel 1850
al fine di sostituire le mulattiere di
campagna che collegavano i vari
paesi e che oggi sono usate quali
percorsi di trekking.
La costiera amalfitana è tuttavia
nota altresì per alcuni suoi prodotti
tipici, come il limoncello, le alici e le
conserve di pesce prodotte a Cetara,
e le ceramiche realizzate a Vietri.
Una vacanza sulla Costiera amal-
fitana può apparire eccessivamente
costosa, ma grazie a molte offerte la
possibilità di visitarla oggigiorno è
sempre più reale. L’American Italian
Cultural Center ha organizzato un
viaggio dal 25 maggio al 2 giugno
2018 proprio nella Costiera Amalfit-
ana e nelle zone limitrofe: sarà indi-
menticabile! Per chi vuole partecipa-
re ci sono ancora posti disponibili.
Arrivederci alla prossima edizione
dell’Italian American Digest!
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Spirituality and Dream
Imagery in Italian Cinema
by Dan Beck
There is no doubt that Italy has
produced some of the greatest
auteurs of cinema. But beyond the
objective, consummate artistry of
directors such as Fellini, Pasolini,
and Rossellini, could their works be
interpreted as not only cultural but
also spiritual documents?
It was 1960, and Federico Fellini
had just met Dr. Ernst Bernhard, a
Jungian analyst. Fellini had been
treated in the early ’50s for clinical
depression, and happening upon an
analyst trained in Jungian method-
ology—which places emphasis on
universal archetypes, dreams, and
unconscious drives—was a most
fortunate turn of events. Bernhard
suggested that Fellini keep a jour-
nal of his dreams and consult the I
Ching, an ancient Chinese system
of divination meant to summon past
spirits for messages. This allowed
Fellini to process and harness his
creative energies in new ways.
But even prior to Fellini’s discov-
ery of Jungian thinking, there were
indications of his affinity for spiri-
tual symbolism and dream imagery.
In the famous opening sequence
of La Dolce Vita, Fellini takes us
through the ruins of Rome and shows
the “transcendence” of Christ in
the form of a statue of Jesus being
flown in by helicopter. The sequence
culminates in an indigenous dance
at a bar where the band is playing
the song “Mama.” This blend of free
association, dream imaging, and
archetypal thinking would become
Fellini’s hallmark, suggesting a deep
understanding of spiritual themes.
Fellini was not the only Italian
filmmaker to have visionary cultural
and spiritual leanings, as Pier Paolo
Pasolini’s The Gospel According
to St. Matthew demonstrates. In-
terestingly, Pasolini himself was an
avowed atheist. Such contradictions,
timely in the contemporary era, have
caused me to wonder whether a new
kind of Italian ethos can emerge
that places the primacy of extant,
Italian works of cinema as spiritual
and cultural documents, whatever
their origin or the orientation of the
auteurs.
Marcello Mastroianni and Anita Ekberg in the famous Trevi Fountain scene
from Fellini’s La Dolce Vita.