Un fotogramma della toccante intervista di DJ Fabo al programma “Le iene”
“Bloccato a letto e circondato da una notte senza fine”, aveva
detto in alcune interviste.
In Italia il malato terminale è “condannato a vivere”
La sua era una situazione davvero difficile, tragica e senza
rimedio. In Italia infatti l’unica possibilità è continuare a “vivere”
(se di vita si può parlare), attaccati ai macchinari e assistiti 24 ore
al giorno. Niente e nessuno ha diritto di staccare la spina o di
aiutare il paziente a morire, proprio quello che voleva lui. DJ Fabo
era convintissimo di questa drammatica soluzione finale. Per
questo Valeria lo ha aiutato a realizzare il suo ultimo desiderio:
morire. Ma non in Italia. Nel nostro paese infatti eutanasia e fine
vita sono da tempo oggetto di interminabili, insolubili discussioni.
Forse anche a causa di un retaggio cristiano e cattolico, secondo il
quale la vita è un dono di Dio e l’uomo non ha dunque diritto di
scegliere e affrettare la morte. Chi decide di farla finita e porre
fine alle sue sofferenze col suicidio assistito deve farlo non nella
propria casa, ma all’estero, in un’asettica struttura privata.
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DJ Fabo non ce la faceva più e alla fine di febbraio 2017 ha scelto
di fare quell’ultimo viaggio in Svizzera. La sua storia e le sue
sofferenze hanno avuto grande eco in Italia. In un toccante
messaggio video al presidente Sergio Mattarella aveva auspicato
al più presto una legge che permettesse anche in Italia a persone
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ITALIA NOSTRA #7 - 2018
staccare la spina
letteralmente
togliere la spina
elettrica da una
presa, in questo
caso per
spegnere un
macchinario
medico
insolubile che
non ha soluzione
retaggio eredità,
patrimonio
intellettuale e
morale
farla finita
morire, suicidarsi
non farcela più
non riuscire più a
sopportare
qualcosa
auspicare
esprimere
speranza,
augurarsi