Italia Nostra Primavera 2018 | Page 11

e quando aveva qualcosa da dire, lo diceva senza farsi troppi problemi. Ne è un esempio proprio il suo rapporto con la Guida Michelin: nel 2008, Marchesi critica i metodi di valutazione della giuria e “restituisce” le tre stelle, chiedendo di ricevere soltanto commenti, non punteggi. Come risultato, l’anno dopo il suo ristorante (“Il Marchesino”, sempre a Milano, in Piazza della Scala) scomparirà dalla guida. Marchesi, sposato con una musicista, amava molto tutte le arti e riversò questa passione nella sua cucina, creando piatti davvero incredibili. Come ad esempio l’Uovo al Burri, dedicato ad Alberto Burri, grande artista che per alcune sue opere utilizzava la fiamma ossidrica: ebbene, anche Marchesi la usò, per realizzare una “combustione” attorno al bianco dell’uovo! O il coloratissimo Dripping di pesce ispirato agli sgocciolamenti sulla tela di Jackson Pollock. Le sue creazioni più famose rimangono però il Raviolo aperto (l’idea gli venne dopo che una donna gli raccontò di aver mangiato dei pessimi ravioli che si erano appunto aperti) e il Riso Oro e Zafferano, che riprende il tradizionale piatto milanese con l’aggiunta di una foglia d’oro commestibile come decorazione. Gualtiero Marchesi si è inoltre dedicato alla formazione di nuove generazioni di cuochi: nel 2006 Marchesi ha fondato l’ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana in provincia di Parma e nel 2008 l’Italian Culinary Academy a New York. Nel corso degli anni i suoi allievi sono stati diversi, da Carlo Cracco a Davide Oldani, da Daniel Canzian a Massimo Bottura. Il maestro, però, era spesso severo con i suoi allievi. Riguardo a Cracco, ad esempio, ha dichiarato: “Alla festa per i miei ottant’anni ho mangiato da lui. Come ho mangiato? Non mi ricordo”. riversò da "riversare", trasferire fiamma ossidrica strumento che si usa per saldare metalli, in inglese "blowtorch" tradizionale piatto milanese piatto tipico di Milano basato appunto su riso e zafferano brutalmente senza alcuna delicatezza cagata volgare, colloquiale per “brutte cose” E del fenomeno Masterchef - il popolare e seguitissimo talent show culinario, che cosa pensava? “Posso dirla brutalmente? Guardando Masterchef si imparano le cagate. (…) Bisogna esaltare la materia, non se stessi”. Insomma, Gualtiero Marchesi – che in un’occasione si era definito “gastrosofo”, cioè un insieme di cuoco e filosofo – era sempre pronto a criticare tutti. Sapeva essere irriverente, ma alla fine gli si perdonava tutto perché, si sa, i veri artisti sono così. ITALIA NOSTRA #7 - 2018 11