la mia gioia, e invece intorno vedevo solo facce gelide,
tutte le volte che, in ansia per un’interrogazione o per una
pagella, qualcuno mi derideva e mi diceva: “ma perché fai
finta di preoccuparti, tanto lo sai che prendi sempre 9!”.
Tutte le volte che, durante una versione di latino o di
greco, tanti compagni non iniziavano nemmeno a provare
a tradurre, aspettando che io finissi la mia e poi la passassi.
Ci vuole tempo, in una società come quella italiana, a
capire che non hai fatto niente di sbagliato ad essere un
secchione. Nel mio caso, è stato grazie all’università e agli
amici che, finalmente, sono arrivati (secchioni anche loro,
ovviamente!). I commenti degli adulti, purtroppo, sono
sempre gli stessi: “Tra ragazzi è normale”; “Perché non
provavi ad integrarti un po’ di più?”; “Tu però li potevi
aiutare!”. Forse hanno ragione loro. Io però sogno ancora
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un’Italia in cui un bambino che vuole studiare non sia
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un’eccezione da emarginare, ma una buona regola da
imitare. In cui i ragazzini che il pomeriggio vogliono
giocare a pallone o uscire con la fidanzata siano liberi di
farlo, ma senza poi ricevere nessun premio. E soprattutto
un’Italia in cui i cosiddetti secchioni non debbano
vergognarsi di esserlo.
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ITALIA NOSTRA #2 Estate 2015
gelido molto freddo
pagella documento
che certifica i
risultati (voti) dello
studente in ciascuna
materia
deridere come
'prendere in giro'
versione compito in
classe, nel quale gli
studenti traducono
da o verso una lingua
straniera
integrarsi stare
insieme agli altri e
comportarsi come
loro
emarginare isolare
vergognarsi (di)
inglese ‘be
ashamed', temere e
subire un giudizio
negativo, di
condanna da parte di
un gruppo
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