Patriarcato la struttura
organizzativa della Chiesa
cattolica di Venezia
profàno diverso da quello
religioso
appòsito per quel preciso
scopo
rimanere con le mani in mano
non fare nulla, rimanere passivi
Digos il dipartimento di polizia
che si occupa di reati politici e
terrorismo
consentire permettere
fraintendimento dal verbo
‘fraintendere’, quando qualcuno
ha capito male
strumentalizzazione quando si
usa una situazione per i propri
obiettivi
non si è conclusa da
‘concludersi’, finire
controverso che divide e fa
discutere
legato a un filo assai incerto
Prefettura organo che
rappresenta il governo
nazionale sul territorio di una
provincia
nostro perché italiano
schiacciato ucciso sotto il peso
di qualcosa
a mani giunte sono giunte,
unite davanti al petto, le mani di
chi prega
frullatore inglese 'blender' piccolo elettrodomestico da
cucina. Dei pesciolini rossi
intrappolati in dei frullatori. I
visitatori potevano decidere di
attivarli, causando così la morte
dei pesciolini.
in mostra esposti
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non voleva togliersi le scarpe: “Questo non è un
luogo di culto!”, si è giustificato. E ha chiamato la
Polizia.
Sono così intervenuti il Patriarcato e il Comune di
Venezia, dichiarando che per l’uso profano di
edifici dedicati al culto cristiano cattolico, è
necessaria un’apposita autorizzazione:
autorizzazione che i responsabili dell’installazione
non hanno mai richiesto. A questo punto neanche
la Procura è potuta rimanere con le mani in mano e
ha incaricato la Digos di scoprire chi abbia
consentito la trasformazione del padiglione in
luogo di culto.
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Intanto sono scoppiate le polemiche e addirittura
c’è chi ha lanciato una campagna per boicottare i
prodotti islandesi. La Comunità islamica di Venezia,
dopo un primo momento di entusiasmo, ha
invitato i propri fedeli a non praticare più alcun rito
religioso nella chiesa/moschea, per evitare
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“fraintendimentito strumentalizzazioni”. Nel
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momento in cui scriviamo, la vicenda non si è
ancora conclusa, ma il destino del controverso
padiglione è legato a un filo: la Prefettura teme
infatti disordini e problemi di ordine pubblico.
Non è certo la prima volta che un artista lancia
delle provocazioni: pensiamo per esempio al nostro
Maurizio Cattelan (celebre la sua scultura di Papa
Giovanni Paolo II schiacciato da un meteorite, o
quella di Hitler in ginocchio a mani giunte), ai
“bambini crocifissi” del cubano Erik Ravelo, ai pesci
rossi nei frullatori del cileno Marco Evaristti, ai
“cadaveri in mostra” del medico tedesco Gunther
von Hagens. Opere ed installazioni che hanno
sempre fatto discutere, sollevando questioni etiche,
oltre che puramente artistiche.
ITALIA NOSTRA #2 Estate 2015