cattedra qui intesa come posto
fisso di un insegnante
aggiunto extra, in più
servizièvole disposto ad aiutare
e fare quello che gli viene chiesto
di ruolo con un posto fisso,
stabile
approfittarsene (di) sfruttare,
usare a proprio vantaggio
resistenza passiva ostilità che si
manifesta attraverso scarsa
disponibilità e partecipazione
rompere le scatole dare fastidio,
irritare
alla “L’attimo fuggente” il
commovente film (1990) di Peter
Weir, con Robin Williams - in
inglese “Dead Poets’ society”
purché a condizione che, a patto
che…
nota commento scritto con il
quale l'insegnante può sanzionare
un comportamento disciplinare
scorretto da parte dell'allievo
chi se ne frega inglese 'so what!',
'who cares!' - frase con cui si
esprime indifferenza a eventuali
conseguenze
tanto in tutti i casi, ugualmente
film con Alvaro Vitali negli anni
'70 e '80 tra gli interpreti più
popolari di un certo tipo di
commedia, senza pretese
artistiche, tipicamente
ambientata in una scuola (o una
caserma) e infarcita di scherzi,
battute grevi e belle ragazze
identikit descrizione, ritratto
accolto da ‘accogliere’, ricevere
gessetto il gesso o gessetto si
usava/usa per scrivere sulle
tradizionali lavagne
La figura del supplente ha avuto un’ importanza
fondamentale nella mia carriera da studente
liceale. Perché vedete, mentre l’insegnante
titolare della cattedra era come una specie di
genitore aggiunto, eri rassegnato a portartelo
dietro per almeno altri 3-4 anni, il supplente no,
era uno di passaggio, un poveretto, spesso
lontano da casa, costretto a essere gentile e
servizievole con i colleghi di ruolo e persino con
noi studenti. Noi sapevamo tutto questo. E ce
ne approfittavamo, principalmente in due modi:
1) Resistenza passiva, e in alcuni casi anche
attiva: il supplente non doveva illudersi di avere
un’importanza, non doveva rompere le scatole
con lunghe spiegazioni o esperimenti alla
“L’attimo fuggente”. Voleva lavorare? Fare
lezione? Purché non ci svegliasse. Un
rimprovero? Una nota sul registro