tirare fuori ottenere
sobbalzare muoversi,
verticalmente, in modo
improvviso e ripetuto
scherzo inglese 'practical
joke', 'prank' - qualcosa
che si fa (o dice) per ridere
alle spalle di qualcuno
terremoto inglese
'earthquake' -spaventoso
fenomeno geologico che fa
tremare la terra e dunque
anche gli edifici - a volte
con conseguenze
catastrofiche
da farsi sostantivo= cosa
fare
campanella segnale
acustico che a scuola
annuncia la fine di una
lezione
insurrezione ribellione,
spesso violenta, contro
l'autorità
scossa di terremoto - si
riferisce a un singolo
episodio. Un terremoto
infatti ha spesso più
scosse, cosiddette 'di
assestamento', dopo quella
più forte
bidello si occupa di
mantenere l'ordine e la
pulizia in una scuola
evacuare abbandonare un
posto, per la propria
sicurezza
scocciato annoiato,
seccato
dimezzato incompleto,
tagliato a metà
abbronzato si riferisce alla
tinta piacevolmente scura
assunta dalla pelle dopo
una prolungata
esposizione al sole
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E infatti, un'ora dopo l'inizio del compito avevo
finito gli esercizi che sapevo fare. Mi fermai a
riflettere: era meglio spendere tutte le mie energie
sul resto degli esercizi, probabilmente senza tirarne
fuori nulla di sensato, oppure risparmiare le forze e
passare la seconda ora di compito a fingere di
lavorare?
In quel momento, il banco cominciò a sobbalzare,
come colpito da ginocchia invisibili. Mi guardai
intorno, ma nessuno dei miei compagni di classe
poteva avermi fatto quello scherzo. Anzi, avevano
tutti sollevato la testa dal compito e alcuni avevano
gli occhi pieni di paura. Il terremoto!
“Usciamo!”, gridò un ragazzo alzandosi in piedi di
scatto. Il professore sembrava confuso e indeciso
sul da farsi. “La campanella non ha suonato”, disse
dopo un momento di riflessione che ci sembrò
infinito, “quindi rimanete ai vostri posti”. “Forse la
campanella non funziona”, disse qualcuno. Qualcun
altro iniziò a raccogliere le sue cose e a prepararsi a
uscire. Ero pronta a partecipare a un'insurrezione
contro il professore, aspettavo solo che qualcuno
più bravo di me in matematica prendesse
l‘iniziativa. Forse quella scossa era la mia grande
opportunità di salvezza.
“Rimanete ai vostri banchi!”, disse infine la voce
dell'autorità, e tutti dovemmo obbedire. Passarono
dieci minuti, poi il bidello bussò alla porta. “Dicono
di evacuare”, ci riferì con aria scocciata.
Consegnammo il compito in classe e scendemmo
in cortile, con lo zaino già in spalla. Per quel giorno
la scuola era finita.
Il professore inventò un complicato sistema per
calcolare i voti di quel compito dimezzato. Il mio fu
strabiliante: 8+! Non avevo mai ottenuto un voto
così alto, e per non rovinarlo decisi di non andare
più a scuola durante i compiti e le interrogazioni di
matematica. Arrivai alla fine dell'anno abbronzata
come mai in vita mia, e con il 6 in pagella.
ITALIA NOSTRA #2 Estate 2015