INCONTRI
Loriano Macchiavelli:
una vita in noir
Gli inizi, la lunga storia d'amore con Bologna, città
che ha cantato in tanti suoi libri. E ancora, il rapporto
non facile con la sua creatura più celebre e il sodalizio
con Guccini. Loriano Macchiavelli si racconta.
A cura di VALENTINA FORNELLI
sodalizio
collaborazione
voler(e) bene
apprezzare,
amare
rendere noto
fare
Lei ha cominciato a scrivere per
il teatro, dopo essere stato
anche attore, giusto? Quando
ha deciso di passare alla
scrittura di romanzi, e in
particolare di romanzi noir? E
perché?
In realtà ho cominciato a scrivere
per me e per i miei compagni di
classe. Quando arrivai a Bologna
dalla montagna parlavo solo
dialetto, l'italiano era una lingua
che conoscevo, perché l'avevo
sentita, ma non l'avevo mai
parlata. Perciò, invece di parlare,
io scrivevo delle storielle che i
miei nuovi compagni leggevano
e in questo modo mi sono fatto
30
voler bene. Quindi in realtà ho
scritto da sempre.
Poi ho cominciato a scrivere
racconti che mandavo a tutti gli
editori, e che mi ritornavano
sempre indietro, rifiutati.
Rileggendoli adesso capisco
bene perché. Insomma, a quel
punto l'unica possibilità per
rendere note le mie storie era il
teatro. Con gli amici e i
compagni partecipavo a
un'attività teatrale che si
chiamava GTV, Gruppo Teatro
Viaggiante. Era un gruppo semiprofessionistico che faceva
spettacoli in giro per la regione e
anche fuori.
ITALIA NOSTRA #2 Estate 2015