La Garanzia giovani premia le assunzioni di tirocinanti. Si chiama superbonus occupazione e riconosce, appunto, un incentivo economico del valore tra i 3 mila e i 12 mila euro ai datori di lavoro che, dal 1“ marzo al
31 dicembre 2016, assumono giovani Neet che stanno svolgendo o hanno già svolto tirocini avviati al 31 gennaio
2016. A stabilirlo è il decreto direttoriale n. 16 del 3 febbraio, pubblicato ieri sul sito della pubblicità legale del ministero del Lavoro.
Assunzioni agevolate. Il nuovo bonus fa parte del programma Garanzia giovani e interessa specificatamente i
Neet, ossia i giovani che non lavorano (inoccupati, inattivi c/o disoccupati) e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione. Opera in caso di assunzione a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione, ma solo nel caso in cui il giovane Neet abbia svolto o stia ancora svolgendo un tirocinio avviato, sempre nell’ambito della Garanzia giovani, entro il 31 gennaio 2016.
L’incentivo è fruibile in 12 quote mensili di pari importo e in caso di conclusione anticipata del
rapporto di lavoro, l’incentivo è proporzionato alla durata effettiva dello stesso.
Il decreto prosegue analizzando la compatibilità dell’incentivo con la normativa in materia di aiuti
di stato e la cumulabilità con altri incentivi.
Mentre nel Paese si respira questo sofferto clima di crisi disumanamente triste e senza ritorno, i coraggiosi cinque Sindaci delle abbandonate aree montane del Cilento collinare, pensano che la buona scienza emiliana possa finalmente trovare le soluzioni sagge e giuste per uno sviluppo dei loro territori, da sempre negato con, tra l’altro, gravi sofferenze antropiche in un mondo locale, purtroppo da sempre marginalizzato e negato allo sviluppo
Si pensa miracolisticamente che lo studio di fattibilità del gruppo tecnico emiliano avrà, come auspicato risultato finale, miracolistiche nuove opportunità di lavoro e di sviluppo.
Mi chiedo e chiedo, quali le miracolistiche condizioni possibili? Quali le ipotesi di un nuovo possibile, in mondi purtroppo vecchi e da sempre negati allo sviluppo?
Perplessità vengono anche e soprattutto dal fatto che si tratta di uno studio progettuale territorialmente limitato e tra l’altro scollegato dal più ampio contesto del Cilento area Parco, che non si è assolutamente risparmiato in tantissimi studi, progetti e libri dei sogni, senza alcuna attuazione possibile.
Per cambiare e sviluppare il Cilento, occorre un Progetto Cilento calato sull’intero territorio Parco; un progetto che potrebbe dare i suoi buoni frutti se capace di considerare e di comprendere tutte le risorse di cui dispongono i territori velini del Parco; risorse, prima di tutto, umane, ambientali, territoriali, culturali ed enogastronomiche, da mettere in rete e progettarle unitariamente, considerandone le prospettive possibili, in base a tutto quanto deve agire ed interagire con l’intero Parco Cilento che va pensato, partendo prima di tutto, dalle risorse umane di cui dispongono i territori e che sono assolutamente strategiche per ogni ipotesi di sviluppo territoriale.
È veramente saggio per tutti e da parte di tutti, partire da qui!
Il Parco con le sue sofferenze umanamente infinite, per non morire e/o non continuare ad essere solo Parco di carta, inutile se non dannoso per le popolazioni che in tante sue parti rischiano l’estinzione, deve intelligentemente rimboccarsi le maniche e lavorare su di un Progetto Cilento che, attraverso la risorsa verde e la saggia conservazione delle sue tante diversità, può fare rinascere la speranza di un nuovo Cilento; di un Cilento, del possibile; di un Cilento concretamente vivibile e capace di attrarre anche le risorse umane dei tanti giovani cervelli cilentani, fuggiti dalle terre dei padri, per non morire di un Cilento, maledettamente sedotto ed abbandonato.
Tanto, occorre al Cilento per quelle certezze necessarie ad affrontare le grandi sfide del “millennio globalizzato” che dovrà saper segnare con forza un nuovo cammino umano sulla Terra; tanto, nel rispetto dei territori e di chi li abita, con la piena consapevolezza che, proprio non si può sbagliare, per evitare il disumano danno di una catastrofe umanitaria locale e globale dalle proporzioni inimmaginabili.
È tempo di responsabilità condivise ovunque e comunque. Non c’è più da pensare che siano gli altri a risolvere i problemi della tua vita.
Siamo ormai ad un bivio. Bisogna osare intelligentemente insieme e presto. Bisogna osare in un unicuum umano e territoriale che, per il Cilento, si chiama Parco Nazionale, un organismo che per lavorare per il rispetto e la conservazione ambientale, prima di tutto, deve saper lavorare per l’uomo del Parco, una risorsa assolutamente insostituibile per il futuro; una risorsa che va conservata, perché è qui nella Terra Velina che sono le radici dell’Essere parmenideo; un grande patrimonio di saperi, assolutamente necessario per cambiare il mondo, fortemente appiattito su di una visione avere-apparire gravemente rovinosa per il mondo.
Svegliati Cilento! Svegliati Parco! Svegliatevi cilentani, cittadini del mondo! Se continuate ad affidarvi al solo miracolismo delle scelte altrui, il vostro destino non cambierà di una virgola.
Resterete i cilentani familisti di sempre e dal futuro assolutamente negato con una crescente fuga anche delle poche braccia e dei preziosi cervelli, costretti ad abbandonare per non morire, le Terre dei padri, in una condizione di inarrestabile desertificazione.
Mi chiedo e chiedo, quali le miracolistiche condizioni possibili? Quali le ipotesi di un nuovo possibile, in mondi purtroppo vecchi e da sempre negati allo sviluppo?
Perplessità vengono anche e soprattutto dal fatto che si tratta di uno studio progettuale territorialmente limitato e tra l’altro scollegato dal più ampio contesto del Cilento area Parco, che non si è assolutamente risparmiato in tantissimi studi, progetti e libri dei sogni, senza alcuna attuazione possibile.
Per cambiare e sviluppare il Cilento, occorre un Progetto Cilento calato sull’intero territorio Parco; un progetto che potrebbe dare i suoi buoni frutti se capace di considerare e di comprendere tutte le risorse di cui dispongono i territori velini del Parco; risorse, prima di tutto, umane, ambientali, territoriali, culturali ed enogastronomiche, da mettere in rete e progettarle unitariamente, considerandone le prospettive possibili, in base a tutto quanto deve agire ed interagire con l’intero Parco Cilento che va pensato, partendo prima di tutto, dalle risorse umane di cui dispongono i territori e che sono assolutamente strategiche per ogni ipotesi di sviluppo territoriale.
È veramente saggio per tutti e da parte di tutti, partire da qui!
Il Parco con le sue sofferenze umanamente infinite, per non morire e/o non continuare ad essere solo Parco di carta, inutile se non dannoso per le popolazioni che in tante sue parti rischiano l’estinzione, deve intelligentemente rimboccarsi le maniche e lavorare su di un Progetto Cilento che, attraverso la risorsa verde e la saggia conservazione delle sue tante diversità, può fare rinascere la speranza di un nuovo Cilento; di un Cilento, del possibile; di un Cilento concretamente vivibile e capace di attrarre anche le risorse umane dei tanti giovani cervelli cilentani, fuggiti dalle terre dei padri, per non morire di un Cilento, maledettamente sedotto ed abbandonato.
Tanto, occorre al Cilento per quelle certezze necessarie ad affrontare le grandi sfide del “millennio globalizzato” che dovrà saper segnare con forza un nuovo cammino umano sulla Terra; tanto, nel rispetto dei territori e di chi li abita, con la piena consapevolezza che, proprio non si può sbagliare, per evitare il disumano danno di una catastrofe umanitaria locale e globale dalle proporzioni inimmaginabili.
È tempo di responsabilità condivise ovunque e comunque. Non c’è più da pensare che siano gli altri a risolvere i problemi della tua vita.
Devi essere tu cittadino attivo del territorio, a far funzionare, partecipando alle decisioni, il sistema umano, sociale, educativo, formativo, culturale ed economico che ti serve e serve all’insieme per vivere una vita normale anche là dove si è nati.
Le incertezze, le tante confuse indeterminatezze e le poche sagge decisioni sono un danno per tutti. Tanto, anche in un mondo di marginalità umana e sociale che si vuole fare passare come il frutto di una violenta maledizione soprannaturale, pur avendo in sé origini unicamente umane di un fare in solitudine e scollegato dai contesti che, da sempre abbandonati a se stessi si autoescludono e così facendo si autocancellano al futuro possibile, ma di fatto dannatamente negato.
Non si può continuare così! Non si possono pensare e fare le cose che per fare tutto e subito, di fatto non servono a niente; di fatto, non producono niente per cambiare concretamente.
Siamo ormai ad un bivio. Bisogna osare intelligentemente insieme e presto. Bisogna osare in un unicuum umano e territoriale che, per il Cilento, si chiama Parco Nazionale, un organismo che per lavorare per il rispetto e la conservazione ambientale, prima di tutto, deve saper lavorare per l’uomo del Parco, una risorsa assolutamente insostituibile per il futuro; una risorsa che va conservata, perché è qui nella Terra Velina che sono le radici dell’Essere parmenideo; un grande patrimonio di saperi, assolutamente necessario per cambiare il mondo, fortemente appiattito su di una visione avere-apparire gravemente rovinosa per il mondo.
Svegliati Cilento! Svegliati Parco! Svegliatevi cilentani, cittadini del mondo! Se continuate ad affidarvi al solo miracolismo delle scelte altrui, il vostro destino non cambierà di una virgola.
Resterete i cilentani familisti di sempre e dal futuro assolutamente negato con una crescente fuga anche delle poche braccia e dei preziosi cervelli, costretti ad abbandonare per non morire, le Terre dei padri, in una condizione di inarrestabile desertificazione.