Il Pasticcere e Gelatiere Italiano Maggio 2025 | Page 13

editoriale
Di Atenaide Arpone- Photo Carlo Casella

Finalmente si torna a parlare di giovani

Per anni i giovani sono stati“ dati per scontati” da tutti. Si dava per scontato che dovessero studiare come abbiamo fatto noi, sgobbare come abbiamo fatto noi, sgomitare come abbiamo... tentato di fare noi e persino comprare come noi, mangiare quello che piace a noi, bere quel che beviamo noi. Ora, oserei dire finalmente, abbiamo scoperto che studiano in modo differente, che non hanno voglia di sgobbare come noi( che è molto diverso dal dire che non vogliono lavorare), che hanno gusti diversi dai nostri, quindi si vestono, amano, bevono e mangiano in modo alternativo. Ci sarebbe da aggiungere:“ bella scoperta!” se non fosse che... siamo noi che li avevamo fatti scomparire dai nostri schermi. Persino i giovani pasticceri erano relegati al rango di“ uditori” del mondo del dolce: ci si aspettava che restassero nel backstage adulando chi è già“ arrivato” e aspettando pazientemente che la generazione dei maestri si facesse da parte. Ma sì, che aspettassero il loro turno, come abbiamo fatto noi, per anni e anni! Solo che, come dice De Gregori in una bellissima canzone che cito spesso:“ La storia non si ferma davanti a un portone, la storia entra dentro le stanze e le brucia. La storia dà torto e dà ragione”. E noi abbiamo avuto torto. Se avessimo riflettuto, avremmo capito che chiedere a loro di pagare il prezzo dei nostri errori non è un comportamento intelligente. Eh sì, dobbiamo avere il coraggio di ammettere che abbiamo sbagliato dando per scontato davvero troppe cose e ci siamo svegliati dopo il covid scoprendo che ci siamo giocati quasi del tutto un’ intera generazione di artigiani e di clienti. Per fortuna, i giovani non hanno pazienza e hanno quel vizio di emergere, seguendo la loro di strada e non la nostra, anche se questa loro cocciutaggine ci fa impazzire: così ci stanno imponendo i mocktail, gli avocado toast, il veganesimo e molte altre iatture. Faremmo bene ad ascoltarli, perché sono loro che porteranno avanti il mestiere, scriveranno il futuro, delineeranno i nuovi confini della pasticceria. Non noi.
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