Il Pasticcere e Gelatiere Italiano Maggio 2024 | Page 13

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Di Atenaide Arpone - Photo Carlo Casella

Il gelato in copertina

Al gelato in Italia non viene dato il giusto peso . Lo dimostra l ’ eco , a mio avviso modesta , che è stata data alla vittoria del team Italia alla Gelato World Cup . Se non fosse per la forza , l ’ autorevolezza e la perseveranza di Davide Malizia e del suo team , sarebbe forse passata , non dico sotto silenzio , ma quasi . Eppure è , in assoluto , la competizione più difficile che esista e chi minaccia di non parteciparvi più , secondo me lo fa anche per ignavia . Si può discutere l ’ organizzazione , ma questo vale per tutti i concorsi i quali , come ogni altra attività umana , sono migliorabili . Tuttavia , se consideriamo la complessità delle prove , mi spiace , ma occorre ammettere che non esiste nessun evento più sfidante . Ringrazio quindi Camel che ci ha permesso di approfondire la conoscenza del Team Italia e di farlo con il bel servizio di copertina che trovate nelle prossime pagine . Circa i concorsi in generale , sicuramente il loro proliferare e le polemiche che seguono ogni edizione ( in tutti i settori e a tutti i livelli ) non aiutano chi vuole valorizzare le competizioni . Come sempre , però , nel nostro Paese non si fa mai una critica costruttiva : si parla ( e sparla ) molto e non si conclude mai nulla . Invece , sui concorsi si può discutere , eccome ! Sono realistici ? I prodotti realizzati sono replicabili in produzione ? A che prezzo andrebbero venduti ? È utile che lo siano ? Avrebbe senso , per esempio , oltre al gusto , dare un giudizio anche sulla replicabilità ? La sostenibilità , da qualche anno , è entrata nella Coppa del Mondo della Pasticceria grazie alla volontà di Pierre Hermé . Si possono quindi rivedere i criteri e i parametri di giudizio ? Io , poi , da sempre sogno un concorso in cui - almeno in una delle prove - le squadre in qualche maniera vengano mischiate : sarebbe un bel modo per costringere i concorrenti a superare i nazionalismi ( e la competitività eccessiva ) e obbligarli al dialogo e alla collaborazione . Oltre a spingerli allo studio delle lingue . Insomma , ben venga la critica , purché si parta sempre dal rispetto per il lavoro e il sacrificio di chi partecipa .
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