IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 86

avrebbero fornito ai saraceni tutta l'informazione necessaria e la loro collaborazione personale, per assicurare il successo dell'invasione. Naturalmente, il Popolo Eletto odia tanto i maomettani come i cristiani, ma la loro Strategia profetica prescrive il bisogno di far scontrare l'uno contro l'altro il nemico fino a che tutti finiscano sottomessi da essa. E in quel momento era il turno di distruggere i Regni Cristiani d'Europa. Quando queste notizie arrivarono al Re Egica, che apparteneva ad un clan nemico dell'alta nobiltà e del clero, vale a dire, pro ebreo, non ebbe altra scelta che riunire il Concilio ed esporre il caso di Alto Tradimento. Questa volta ci sono quattro Vescovi della Casa di Turdes Valter per difendere la causa del Cristianesimo spirituale e della Cultura ispanico gotica. Si discute ardentemente e alla fine si decide di agire con il massimo rigore: tutti gli ebrei della Spagna saranno sottomessi alla schiavitù ed i loro beni confiscati in favore dello Stato visigoto. È chiaro che queste misure non erano dure ma morbide infatti, a non applicare la pena di morte contro i traditori, solo si otteneva che questi guadagnassero tempo e continuassero a cospirare. Gli arabi gli avrebbero restituito, 15 anni dopo, tutte le loro antiche ossessioni e gli avrebbero concesso un posto di rilievo nella società, come retribuzione per i servizi prestati! Il partito dell'alta nobiltà e dell'alto clero, appoggiato dai Signori di Turdes Valter, si riuniva intorno alla famiglia del defunto Re Chindasvindo; il partito della "monarchia progressista" si riuniva intorno alla famiglia del Re Vamba, morto nel 680. Egica, che era membro della famiglia di Vamba, combina la successione al Trono di suo figlio Witiza, che comincia a regnare nell'anno 702. Intanto, in Betica, governa il Duca Roderico. Al morire Witiza nel 710, l'Aula Regia di Toledo, dove raggiunsero la maggioranza quelli del partito di Chindasvindo, proclama nuovo Re Roderico. Disprezzati, i figli di Witiza, al momento governatori e funzionari della provincia, considerandolo un esproprio, sollecitano agli ebrei di organizzare un'intervista con il Generale Musa Ibn Nusayr (Muza). Nel frattempo, incitano alla ribellione la tarragonese, la narbonese e la navarra, obbligando Roderico a concentrare tutte le sue forze nel Nord per soffocare la sommossa: queste campagne causano l'interruzione dei rifornimenti a Ceuta, che viene rapidamente schiacciata dagli arabi. Parte in direzione dell'Africa quella banda di rapitori: la integrano i figli di Witiza, Olmundo, Ardabasto e Agila, i fratelli del defunto Re, Siseberto e il Vescovo di Toledo, Oppas, accompagnato dal Gran Rabbino di Siviglia, Isaac. Incredibilmente, il Conte Giuliano, che si è messo al servizio di Muza dopo lo la consegna della piazza e mosso da un'ostilità personale nei confronti di Roderico, consiglia al Generale arabo di intervenire in Spagna. Muza gli promette di inviare aiuto per sconfiggere Roderico. I traditori ritornano e fanno finta di fare la pace con il Re, che non sospetta. Nel 711 il generale berbero Tariq Ibn Iyad (Tariq il guercio) trasporta in quattro barche un esercito composto da arabi e berberi e sbarca a Gibilterra. Roderico, che ancora combatte con i vasconi nel Nord, deve attraversare il paese per tagliare il passo di Tariq, essendo sconosciuta la sorte occorsa a l'ultimo Re visigoto. "L'aiuto" offerto dagli ebrei e arabi ai sostenitori di Witiza non sarebbe stato in beneficio di questi visto che l'anno seguente il Generale Muza, al fronte di un esercito più numeroso, avrebbe iniziato la conquista della Spagna; in pochi anni tutta la penisola, meno una piccola regione dell'Asturia, sarebbe caduta in suo potere. La Spagna si sarebbe convertita così, in un Emirato dipendente dal Califfo di Damasco.