IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Seite 230

viva che mai. In Francia, i Signori di Cane s’incaricavano aggiornare del dibattito, mentre in Italia l'agitazione era eseguita dai Colonna: la preferenza per Bonifacio VIII o Celestino V era diventata sinonimo di guelfo o ghibellino. I Colonna, ricevendo sostegno segreto da Filippo IV, e alleati ora con il Re Federico di Sicilia, figlio di Pietro III d'Aragona e Costanza di Svevia, si presentavano nell'ottica del Papa come i candidati perfetti per una vendetta Golen. Avevano solo bisogno di un'opportunità, e questa si presentò quando il rancore di Stefano Colonna lo portò ad assaltare un convoglio papale che trasportava il tesoro pontificio da Anagni a Roma. Stefano Colonna, detto il Vecchio, non aveva agito con l'intenzione di rapina ma con la certezza di salvare i beni della Chiesa dalle mani di un usurpatore; per questo condusse il tesoro alla luce del giorno nel suo castello di Palestrina. La lezione che Bonifacio VIII avrebbe applicato ai Colonna e ai ghibellini sarebbe stata esemplare, sebbene caratteristica della mentalità dei Golen. In primo luogo presentò al popolo di Roma, l'atto di Stefano Colonna come un delitto abominevole, per il quale dette la responsabilità alla sua intera Stirpe: - "Il Cardinale Pietro è il Capo dei ghibellini e tanto lui quanto il cardinale Giacomo furono i colpevoli che le elezioni papali fossero rimandate per due anni a Perugia. Ora, un altro membro della famiglia osa ribellarsi contro l'autorità del Papa, la più alta dell'Universo, e osa rubare il suo tesoro: questo lignaggio maledetto deve essere bandito dalla Chiesa." Fu Invano che i cardinali Colonna proclamassero l'illegalità di Bonifacio VIII, che portassero in favore delle loro accuse i dubbi che l'Università di Parigi sosteneva sulle dimissioni di Celestino V, o che richiedesse la formazione di un Consiglio Generale della Chiesa da discutere sul caso: in meno di un mese, e con l'approvazione del Collegio Sacro, i cardinali Giacomo e Pietro sono scomunicati e deposti, come Giovanni Colonna e i suoi figli, Agapito, Giacomo Sciarra e Stefano. Oltre a separarli dalla Chiesa e dal Cristianesimo, in un’altra bolla si ordina di confiscare i beni, le proprietà e i titoli. Naturalmente, i Colonna resistono e Bonifacio risponde pubblicando una Crociata: coloro che vi partecipano otterranno le stesse dispense come se fossero andati in Terra Santa. Al passaggio dei crociati le uccisioni di ghibellini si rinnovano in tutta Italia. Il Castello di Sciarra, a Palestrina, è preso e, per ordine di Bonifacio, ridotto in macerie, il terreno arato e coperto di sale. Sciarra e il resto dei Colonna devono fuggire in Francia, completamente rovinati. Poco dopo, fu il turno dei Francescani Spirituali: attraverso un´altra bolla, il Sant'Uffizio credeva che le sue dottrine fossero eretiche e ordinava lo scioglimento dell'Ordine.