IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 151
In pochi secondi corsero tutti vicino ai cadaveri e si resero conto che un incredibile
processo di disintegrazione organica li stava riducendo a un liquido nero e viscoso, simile
al bitume, ma dal quale usciva un liquido nero più leggero simile alla liscivia: da lì la
leggera identificazione con la pece, fatta da un annebbiato almogavero. Ma un processo
così brusco di decomposizione di un cadavere era molto al di sopra di quello che
potevano sopportare quelle menti superstiziose senza relazionarlo con la magia nera o la
stregoneria. Per questo al correre, questa volta con molta fretta, verso i cavalli, molti che
erano caduti in presa al panico esclamavano: bruttia! bruttia! Vale a dire, pece, pece!
Altri: Lixivía! Lixivía! Ossia liscivia! liscivia! E altri ancora pix picis! pix picis! Pece!
Catrame!
Al giungere alla Villa di Turdes, Lugo di Braga si trovò di fronte all'incredibile spettacolo
della pestilenza che l'aveva anticipato. Ma lì la distruzione della piaga era tremenda: dei
tremila cinquecento abitanti della Villa, cinquecento morirono nella valle, vicino al Conte di
Terseval e dei tremila restanti solo rimanevano in vita cinquecento, tutti procedenti da
regioni e Razze diverse dagli iberici di Tartesso. Quello che era successo era stato
analogo ai fatti successi nell'accampamento notturno del Conte: prima il ronzio, poi il
grido, emesso all'unisono da tutte le vittime e per ultima l'orribile morte simultanea. A
quanto sembrava, lì la trasformazione in bitume era più lenta, ma già si avvertivano i
sintomi nei cadaveri esposti. E nessuna sapeva se quella peste era contagiosa né ne
conosceva i primi sintomi. Lugo di Braga decise allora di fuggire dalla regione per sempre;
ma prima, fece la cosa più ragionevole, reazione propria dell'Epoca: si lasciò andare al
saccheggio con i suoi duecento compagni.
Non esistevano in quel momento Signori di Tharsis, né Cavalieri o Nobili, che
difendessero quel patrimonio. Lugo di Braga si diresse alla Residenza Signorile e la
saccheggiò a coscienza, ma non si azzardò a incendiarla come reclamavano i suoi uomini.
Dopo si ritirò in direzione del suo paese, portandosi dietro moltissimi cavalli caricati con il
bottino. Naturalmente, tutti sarebbero stati perseguitati anni dopo per questo crimine e
molti sarebbero finiti sulla forca. Anche se nessuno poteva immaginarlo in quel momento,
mentre la peste si appropriava della Casa di Tharsis, rimanevano alcuni di essi vivi e in
seguito avrebbero reclamato il suo. Con questa eccezione, la maggior parte dei membri
della Casa di Tharsis erano morti per la stessa causa e nella stessa nefasta notte, in
luoghi talmente distanti come Siviglia, Cordova, Toledo o Saragozza.
Ventiseiesimo Giorno
La Peste
Dottor Siegnagel, sarà d'accordo con me che gli Immortali quasi avevano eseguito