Il Michileangelo a.s. 2014-15 | Page 25

Quando vedi un treno e pensi: io devo andarmene da quì Alessandro Baricco: N ovecento, romanzo scritto dallo scrittore italiano Alessandro Baricco, è stato pubblicato nel 1994. Il regista Giuseppe Tornatore ne trasse un film nel 1998, con le musiche dirette da Ennio Morricone, ottenendo numerosi consensi. La storia narra la vita di un pianista di nome Danny Boodman T.D Lemon Novecento: un uomo che è nato, vissuto e mai uscito dal piroscafo Virginian. Il romanzo si snoda attraverso il monologo di Tim Tooney, narratore e amico del protagonista. La storia inizia con il ritrovamento da parte di Danny Boodmann, un marinaio di colore che lavorava sulla Virginian, di un neonato in una cassetta di limoni. Il bambino aveva pochi giorni e non si conoscevano i genitori, di sicuro era uno di quei figli non voluti, partoriti e poi abbandonati. Il marinaio riuscì a convincere il capitano a tenere il neonato nel piroscafo: lo chiamarono Danny Boodman (come il marinaio) T.D lemon (le lettere incise nella cassetta) Novecento (in onore al secolo che stavano viven- do). Il buon marinaio accudì Novecento come un padre, finché non morì a causa di una brutta ferita riportata durante una burrasca. Novecento, ancora un bambino di otto anni, sconvolto per la morte dell’unica persona che si era presa cura di lui fino a quel momento, si nascose nella nave e, malgrado le ricerche, sembrava scomparso nel nulla, finché, dopo tanti giorni, il capitano lo ritrovò nella sala delle feste, seduto al pianoforte, accerchiato da “ricconi”: Novecento suonava una musica mai sentita prima, accordava tutti i suoni possibili con i tasti neri e bianchi, era come se sfiorasse la tastiera, tanta era la velocità e l’abilità delle sue mani. Da quel giorno suonò tutte le sere con la band della nave, facendo sognare con la sua musica poveri e ricchi, riuscendo ad entrare nei loro cuori, a interpretarne i sentimenti. A 27 anni Novecento conobbe il narratore della storia, Tim Tooney, un trombettista in cerca di fortuna, con il quale instaurò una grande amicizia. Il romanzo si sviluppa attraverso il monologo del trombettista che usa come luogo della sua narrazione un palco con una jazz band. Sono molto frequenti degli “intermezzi” in cui Tim inizia a suonare, come se quelle melodie fossero la colonna sonora delle parole che via via mette sul foglio. Due gli episodi importanti: il primo è l’incontro con Roll Morton, considerato il più grande pianista del mondo. Quando seppe della bravura di Novecento, lo volle sfidare a colpi di note. Fu un duello musicale al cardiopalmo: suonarono come due divinità del pianoforte, sfiorarono con delicatezza i tasti che creavano straordinarie sonorità, ma Novecento suonò una melodia che incantò il pubblico e pietrificò Morton che, dopo la sconfitta, non uscì dalla sua cabina finché la Virginian non arrivò in Europa. La seconda e più importante vicenda è legata alla decisione improvvisa di Novecento di scendere dalle nave, al porto di New York. A Tim Tooney, ormai diventato il migliore amico di Novecento, che gli chiedeva il perché di quella decisione presa così, di punto in bianco, il protagonista rispose con molta calma: voleva vedere il mare, ma da un altro punto di vista: dalla terra. Il giorno prestabilito, a New York, Novecento con tanto di cappello, pelliccia e valigia, iniziò a scendere dalla scaletta che lo avrebbe portato sulla terraferma, ma dopo tre scalini si fermò, si voltò e risalì sulla Virginian con uno strano sorriso. PAGINA 25